Hong Kong

Esaminiamo brevemente anche la famosa Hong Kong!

Sono stata ad Hong Kong dopo aver vissuto in Cina per tre anni e a Taiwan per tre mesi. Della Cina ho già visto parecchi posti, specialmente al centro-nord (poco al sud) e di Taiwan posso dire di conoscere bene la zona nord-est e parte della zona ovest.

Precedentemente ho già parlato di questi due paesi e c’è da ricordare che non esiste una sola Cina. Cina del nord, del sud, dell’est e dell’ovest sono culturalmente diverse. A Taiwan ho trovato ciò che mi mancava della Cina del sud, essendo la maggior parte dei taiwanesi provenienti dal Fujian (福建) generazioni addietro.

Hong Kong, culturalmente parlando, ho scoperto essere molto simile a Canton (in cinese Guangzhou, 广州). I mercati sono pieni di cose impensabili per noi (vesciche natatorie essiccate, molluschi o insetti essiccati, radici e piante di ogni genere…l’utopia degli stregoni praticamente) e di cose più o meno comuni sia in occidente che in altri mercati orientali. Finora devo dire che i mercati di HK mi sono sembrati quelli più variegati in generi alimentari, ma non avendo girato così tanto nel sud della Cina non mi posso permettere di fare confronti veri e propri. Ad ogni modo, forse, ad HK è più facile imbattersi in questo tipo di negozi e mercati per il semplice fatto che è più piccola del vasto sud della Cina o di Taiwan.

 

La città:

Di tutte le megalopoli che ho visitato in Asia (Pechino, Shanghai, Canton, Shenzhen, Taipei) Hong Kong (香港, Xianggang = porto dell’incenso, in cinese) è quella che mi ha lasciato un impatto maggiore. E’ una città moderna che sposa perfettamente gusto asiatico e occidentale.

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Nelle zone non turistiche trovi appartamenti vecchi ma non antichi e/o di aspetto asiatico (sto parlando di quelli piccolissimi e anche bruttissimi), parchi, mercati ma anche moderni centri commerciali e uffici. Nelle zone turistiche sembra di stare in una New York dal tocco un po’ inglese. Si trovano grattacieli mozzafiato dalle forme più strane, stradine più tortuose, tram a due piani e parchi ampi e verdi. Spostandosi dalle zone centrali, inoltre, si può godere di zone veramente selvagge e incontaminate, immerse nel verde o vicine a spiagge (non proprio belle ma accettabili).

I mezzi di trasporto costano, ma mai quanto in Europa e hanno prezzi che cambiano a seconda della distanza. Con la Octopus card si risparmia molto e si possono usare tram, autobus e metro. In linea di massima posso dire che è ciò che mi aspetto da una città moderna, ma che preserva ancora dei caratteri orientali e nella quale si può trovare praticamente di tutto (ad alto prezzo, ovviamente). Inoltre non è dispersiva come Pechino o Shenzen, e sicuramente è più variegata stilisticamente e ambientalmente parlando.

HK è anche una città molto frenetica. Sia perchè la pressione lavorativa sembra essere più forte che in Cina, sia perchè la densità della popolazione probabilmente amplifica ancor più questa atmosfera un po’ caotica.

 

La gente:

Voi saprete che Hong Kong è stata colonia inglese per circa 150 anni. La lingua ufficiale di HK è lo Yue (cioè il cantonese). In teoria, ad HK si insegnano tre lingue a scuola. Il cantonese, l’inglese e il mandarino. Il mandarino è stato introdotto da poco poichè nel giro di un paio di decenni HK passerà del tutto in mano alla Cina.

Detto questo, nonostante la precedente introduzione che parla di una città dallo stile moderno e americano-inglese, non vi aspettate inglesismi da parte dei suoi abitanti comuni. Spesso, soprattutto nelle zone meno turistiche mi è capitato di imbattermi in persone (anche giovani) che ignoravano del tutto la lingua inglese. Gli anziani lo parlano raramente, anche nelle zone turistiche. Potete stare abbastanza sicuri in zone come le stazioni della metro o degli autobus, negozi di un certo livello o nelle zone con un forte afflusso turistico, per il resto non pensate neanche di poter usare il mandarino perchè è la criptonite degli hongkongesi. E nel prossimo paragrafo spiegherò perchè.

Ma allora come sono gli abitanti di HK? Dando una mia modestissima opinione, non sono poi così diversi dai loro cugini cinesi, nè più aperti, nè più gentili (nè più educati come ho sentito dire diverse volte da altri occidentali). E qui ci metto anche la problematica della comunicazione, perchè spesso non se ne viene fuori con chi non parla altro che cantonese e non fa nemmeno uno sforzo per venirti incontro. Ora fatta la solita introduzione sul fatto che ovunque ci sono persone buone o cattive, gentili o ignoranti, simpatiche o antipatiche, gli hongkongesi mi sono sembrati generalmente molto fieri di essere di HK (diciamo anche sullo snob), ma generalmente dalla mentalità chiusa o poco propensa a parlare o conoscere persone di luoghi diversi. La competizione asiatica che si trova sia in Cina che a Taiwan ad HK mi sembra amplificata dal fatto che l’economia detta ritmi più stressanti e incalzanti.

Tutto viene importato ad HK, tutto costa di più e la gente deve anche lavorare di più. Forse a causa di questo, molte persone che ho incontrato come commercianti o venditori in generale, mi sembrano più selettivi verso il cliente e spesso non cercano neanche di convincerlo a comprare.

Anzi, mi è capitata la situazione contraria, come se non fossero affatto interessati che io comprassi, “tanto se non compri te ne arriva un altro e quindi non mi sforzo neanche”. Si sente di più questa fierezza, questa mancanza di attenzione verso il cliente. A parte i commercianti, la gente comune mi sembra molto intenzionata a definire che HK non è la Cina. E questo si può capire perchè, storicamente parlando, HK è abbastanza autonoma e non vuole essere classificata sotto un altro paese che sta facendo di tutto per renderla meno autonoma. Però, avendo il mio background cinese e vedendo HK dal punto di vista di un occidentale, sinceramente non mi sento di definire gli abitanti di HK come completamente diversi dai cinesi….anzi! Sono molto più simili loro ai cinesi che i taiwanesi ai cinesi. La cultura inglese non ha influenzato il loro modo di vivere, la loro cultura, il loro modo di pensare tutto cinese.

 

Gli hongkonghesi e i cinesi:

Cina e Hong Kong, fino ai prossimi ventenni, godranno della politica un paese, due sistemi. Saprete che in Cina c’è una forte censura. Questa non è presente ad HK, in cui si può tranquillamente accedere a siti o applicazioni bloccati in Cina come Google (e sottoprodotti), Facebook (e Instagram), Youtube ecc.

Per descrivere il rapporto fra cinesi e Hongkonghesi, possiamo fare una comparazione del rapporto fra italiani e altoatesini. Cioè di persone (hongkonghesi e altotesini) fisicamente presenti in un paese ma con il cuore appartenente ad un altro. Gli hongkonghesi non solo non si sentono cinesi, ma spesso (soprattutto i giovani) rifiutano l’accostamento culturale e politico alla Cina. Spesso snobbano i cinesi e amano dire che sono superiori a loro.

Comunque, come ho già detto, secondo me non è così e chi ama dire questo è perchè ha sempre frequentato un certo tipo di ambienti.

5 pensieri su “Hong Kong

  1. bell’articolo, chiaro e obiettivo. Mi ritrovo nelle cose che hai scritto, nella piccola parte che ho conosciuto! Sono stata in vacanza in Cina e sono tornata stupitissima da questo Paese e con molte domande, perché viaggiando in autonomia mi è mancato qualcuno a cui farle! Ti leggerò!!

    1. Grazie per il commento, se hai il tempo ti consiglio di leggere il lungo articolo sui cinesi che ne dà una descrizione generale ma praticamente completa, altrimenti sentiti libera di leggere ciò che più ti interessa.
      Grazie per essere passata di qui e chiedimi tutto quello che vuoi!
      Silvia

  2. Per come la vedo io gli abitanti di Hong Kong dal loro punto di vista hanno le loro ragioni: sullo snobismo c’è da dire che la loro città aveva agganciato il primo mondo quando ancora in Cina morivano di fame: letteralmente visto i disastri combinati da Mao. Molti poi si rifugiarono a HK fuggendo proprio dal grande balzo in avanti o dalla rivoluzione culturale e quindi non vedono bene il “continente”.

    Quindi da una parte c’è una memoria storica non propriamente positiva, dall’altra l’orgoglio di far parte di una città globale. D’altronde pure in Italia se chiedi a un milanese cosa pensa di Catanzaro non credo troveremmo grandi differenze con l’atteggiamento di HK verso i “continentali”.

    Aggiungo anche che i cinesi stanno diventando un vero e proprio peso in quanto persone per HK anche se ovviamente costituiscono anche una opportunità di businness. La situazione è un po’ simile a quella di Venezia con i turisti. E infatti HK viene invasa da milioni di cinesi ogni anno e gli autoctoni sono infastiditi da numeri così alti perché impattano sulla loro qualità della vita: ma non è solo questo, i continentali comprano moltissime case di fatto togliendole agli autoctoni perché chi compra molto spesso ha notevoli disponibilità economiche (è un modo anche per riciclare soldi non pulitissimi…) e ha causato un’impennata del prezzo degli immobili in una città dove già costavano cari. Molti altri si fanno curare negli ospedali di HK perché li considerano migliori allungando le liste di attesa per gli autoctoni. Addirittura le madri vanno a partorire a HK anche per avere la cittadinanza e una mamma autoctona che si vede respingere perché il posto è occupato da una di Shangai non la prende benissimo. C’è stato perfino un caso sul latte in polvere x neonati: in Cina era saltato fuori che non fosse sicuro e in brevissimo tempo a HK è diventato introvabile, tutto venduto a clienti del continente.

    Ultimo ma non ultimo le continue ingerenze politiche di Pechino sull’autonomia della città stanno dando la percezione che i “due sistemi” siano una farsa e che il governo centrale cerchi di inglobare la città trasformandola in una qualsiasi città cinese, ovviamente a questa pressione c’è una reazione uguale e contraria ed ecco da una parte le rivolte della cittadinanza e dall’altra il loro rifiuto di parlare il mandarino, vista come una lingua non autoctona e imposta dall’alto come farebbe una potenza coloniale ai propri sudditi. Ecco perché le persone rifiutano di parlarlo, non è snobismo ma resistenza culturale.

    1. Grazie per la tua osservazione accurata Luca, penso che anche gli altri lettori silenziosi la troveranno utile. Sono sicura che la Cina prima o poi riuscirà a trasformare HK come una “quasi” città cinese, anche perché nel giro di 20 anni passerà del tutto alla Cina, e da lì vedo molte poche speranze per gli abitanti di HK di riavere la loro libertà.
      Poi per quanto riguarda il rifiuto di essere sottomessi alla Cina anche culturalmente posso capirlo e lo sostengo addirittura. E’ un rifiuto che ho potuto osservare anche a Taiwan, dove la gente ribadisce la differenza con la Cina.
      Ma lo snobbismo a livello personale e il ribadire ogni volta la stupidità e l’inferiorità dei cinesi, non a livello politico, ma personale, sono comportamenti che io trovo sempre molto spiacevoli e incivili, sia se fatti dagli hongkongesi, sia se fatti dai milanesi o chi sia, perché vedono sempre il frapporre di una popolazione ad un’altra, sottolineandone i punti forti e la grandezza rispetto a quella “snobbata”. Se ci pensi è una lieve forma di razzismo.
      Comunque hai fatto osservazioni giuste che danno una visione più completa di quanto sia difficile il rapporto fra Madre Cina e i figlioletti come HK e Taiwan.
      Vorrei aggiungere un’osservazione dalla controparte cinese. Proprio qualche giorno fa, parlando della questione Taiwan con un cinese, avendogli fatto notare che praticamente in tutto il mondo Taiwan è considerato un paese a parte dalla Cina, ho scoperto che i cinesi non solo pensano che Taiwan (e per estensione, anche HK) fa parte della Cina, ma che Taiwan e HK non potrebbero mai fare a meno di stare sotto la protezione della Cina che li tiene stretti proprio come una madre con i figli. Diciamo che è il concetto del comunismo cinese, che si estende anche ad altri comportamenti amministrativi e culturali, come il fatto che chi si compra una casa se la vede levare dal governo dopo 40 o 70 anni dall’acquisto perché deve tornare alla madre patria, o il fatto che c’è sempre un controllo esagerato a livello lavorativo (capo e impiegato) e personale (genitori e figli) che spesso non lascia spazio a discussioni.
      Fa venire i brividi, ma la trovo una visuale interessante.
      Spero di vedere altri tuoi commenti o like anche in altri articoli, a presto!

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