Lavorare in una compagnia cinese – Parte 2/3: colleghi e manager cinesi, le “guanxi” e i “meibanfa”

Se siete arrivati qui senza leggere la Parte 1 vi consiglio di dare uno sguardo prima a quella perché è un’introduzione importante a tutti i concetti che troverete in questa seconda parte.

Nella prima parte abbiamo parlato del concetto di mianzi, del doppio stress che dovrete affrontare lavorando in un’azienda cinese e ho accennato brevemente a certi comportamenti degli impiegati (che affronterò meglio in questa seconda parte) e alla cerimonia Nianhui (terza parte).

Ora andremo a vedere i tipi di impiegato cinese in cui vi imbatterete facilmente lavorando in Cina e come confrontarsi con questi soggetti.

Naturalmente, in un’azienda troverete diversi tipi di personaggi: positivi, innocui e negativi.

Il lavoratore medio è una persona semplice a cui non importa nient’altro che portarsi lo stipendio a casa e fa il minimo indispensabile per guadagnarsi la pagnotta. Questo personaggio non ama affatto improvvise aggiunte di responsabilità nel suo orario di lavoro. Non chiedetegli di andare oltre ciò per cui è pagato anche se ciò migliorerebbe il suo stato di lavoratore, non pensate neanche lontanamente che questa persona metta un po’ del suo mentre svolge il suo lavoro, di usare un po’ più di immaginazione, di essere un po’ più elastico e aperto di mente. No! Questo lavoratore farà esattamente quello per cui viene pagato e guai se gli si chiede di essere un po’ più free style. Ebbene sì, il lavoratore medio è un lavoratore arido e chiuso nel suo mondo governato da “cibo” e Wechat. Ma questo è spesso anche colpa delle aziende che molte volte non riconoscono i possibili talenti o passano stipendi medio-bassi (cosa che fra l’altro accade anche nel nostro Bel Paese, nel caso vi foste familiare ciò che ho appena descritto).

Il lavoratore medio è quindi una persona che si fa principalmente i fatti propri e non ha nessuna ambizione, né voglia di sparlare degli altri colleghi, né di esaltare l’azienda. E’ principalmente innocuo.

Oltre ai lavoratori medi, naturalmente, troviamo persone che hanno un po’ più di ambizione, ma sempre limitata, che sono quelli che cercano veramente di imparare bene il loro lavoro e magari ottenere una promozione a manager del loro dipartimento. La loro differenza con il lavoratore medio è l’usare un po’ più di immaginazione che però è sempre limitata al mondo cinese e volentieri non va oltre al minimo che potrebbero fare per ottenere la promozione: ore extra di lavoro, attenta osservazione al come raggiungere obiettivi e risultati più promettenti, capacità nel farsi notare. A volte, invece, queste persone sono aiutate da buone “guanxi” (rapporti amichevoli, associazioni) con gli strati superiori. Ebbene sì, se pensavate che il nostro paese fosse quello più famoso per le cose “aumm aumm”, cioè per i patti stretti a voce, le cose fatte di sotterfugio, bè è ovvio che non avete la minima idea di cosa succeda qui in Cina.

Il rapporto con il vostro responsabile o manager può essere ambivalente, a seconda dell’onestà e dell’intelligenza di questa persona. In base a questo rapporto potrete sentirvi più o meno utili al lavoro. Un manager tipico cinese, come già detto, farà il minimo indispensabile per far quadrare i conti del suo dipartimento (vi darà delle cose da fare, un obiettivo di fine mese, farà riunioni, e raramente cercherà di mettere in buona luce il suo dipartimento con iniziative varie – ma qui stiamo più sulla fantascienza diciamo). Un manager non bravo (che sta lì principalmente per le sue guanxi o per inspiegabili motivi) lascerà fare tutto a voi dandovi nessuno o pochi indizi sul da farsi, non controllandovi, ma bacchettandovi di fronte a tutti se non avete fatto una certa cosa che dava per scontata.

Sempre nell’articolo sui cinesi in cui ho descritto il concetto di “mianzi” potete trovare questo concetto di “guanxi“, letteralmente “relazione”, “connessione” o anche “alleanza”, “inghippo”, concetto spesso associato al mondo lavorativo e business. Alcuni impiegati agli strati medi-alti in un’azienda sono lì non grazie alle loro capacità manageriali, ma perché sono stati aiutati dalle loro “guanxi”: rapporti parentali con il capo dell’azienda o rapporti amichevoli o sessuali con “chi ha il potere”.

Questo tipo di impiegato aiutato dalle sue guanxi è mediamente una persona inutile, che non fa altro che chattare e farsi i cavoli propri con il cellulare e che solo ogni tanto prende il controllo della situazione sbraitando qui e là sugli impiegati, dicendo che non fanno abbastanza o mettendoli in cattiva luce, soprattutto se sono veramente bravi e potrebbero soffiargli il posto (true story).

Tutto quello che vi sto raccontando non è frutto della mia fantasia, ma realtà che ho visto io stessa con i miei occhi e che mi sono state confermate anche da cari amici italiani o stranieri che lavorano come me in Cina. Io stessa, nella mia azienda, ho un impiegato che non sta mai nella sua postazione perché “tanto è imparentato con il capo”…vi suona familiare?

Altro tipo di personaggio molto diffuso (che può essere un impiegato medio o, più raramente, un manager) è quello che ti sorride sempre, ti fa sempre i complimenti e magari ti offre il pranzo o la cena per mostrarti quanto gli stai simpatico. Questo è il tipico arrivista con il quale bisognerebbe mantenere solo una facciata amichevole di superficie e niente più, perché è lì che sta studiando dove sia il punto migliore per infilzarvi con il suo pugnale.

Naturalmente ci sono anche figure positive. Impiegati medi o “rari” manager attenti che amano il loro lavoro o che quantomeno lo svolgono con serietà e si tengono lontani da ogni tipo di rogna, fosse anche parlare male degli altri colleghi.

Insomma, c’è da allarmarsi? e no.

Data la mia esperienza, visto che le aziende cinesi assomigliano più ad una giungla (concetto che generalmente si può estendere a tutta la Cina) che ad un ambiente lavorativo sereno, vorrei consigliarvi di guardarvi sempre le spalle da tutti i vostri colleghi di lavoro cinesi, perché al lavoro c’è sempre competizione e anche l’impiegato svogliato che fa il minimo indispensabile può svegliarsi una mattina e pugnalarvi alle spalle se vede la sua carriera in pericolo o se la moglie si è lamentata che il suo stipendio non è abbastanza alto. Ovviamente non sto dicendo che è impossibile avere amici cinesi, né che al lavoro è impossibile farsi delle amicizie autentiche, né che dovete sempre stare con gli occhi sbarrati. A me è capitato anche di trovare “rare” persone squisite, buone di cuore che farebbero tutto per aiutarvi. 

In sostanza, sto solo cercando di dirvi che in Cina la competizione è veramente più forte che in Italia e che da un giorno all’altro potreste essere messi in cattiva luce da chi vi ha studiati per mesi e ha cercato di “aiutarvi” ad alleggerire la mole di lavoro per poi spargere la voce che non state facendo niente.

Questa persona nella maggior parte dei casi vi conosce bene ed è un collega con cui avete stretto rapporti lavorativi e con cui spesso vi fate anche delle confidenze.

Per evitare tutto questo, è meglio che continuiate a fare il vostro lavoro e a prendere di petto la situazione, magari avanzando proposte nuove e mai lasciando svolgere i vostri compiti ad altri colleghi. Prendete le dovute precauzioni, sempre.

Appuntatevi tutto, orari di entrata e uscita, quello che avete fatto, quando, magari anche quando avete chiesto questo a quella persona ecc. Se dovete fare delle conferenze non dite mai tutto quello di cui volete parlare ai colleghi/manager, perché alcuni di questi potrebbero spacciare le vostre idee per le loro, ma date sempre un’idea vaga e generale di ciò che andrete a dire o a fare (soprattutto se sono idee buone). Imparate ad essere più innovativi e aggressivi.

D’altronde, si suppone che uno straniero porti delle innovazioni nella compagnia, motivo più o meno superficiale per cui spesso viene assunto.

Sempre parlando di mianzi per cui uno straniero può essere principalmente assunto in un’azienda cinese, è necessario sapere che spesso ai forestieri non è concesso di farsi una vera carriera in un’azienda cinese, se non dando il sangue. Questo vuol dire che per arrivare al grado di manager si richiede davvero che (spesso) oltre a poter parlane un ottimo cinese, voi possiate apportare più benefici di tutti i vostri colleghi cinesi che vi fanno da concorrenti nella vostra “ascesa”. Anche lo stipendio si alzerà, ma solo se uscite dal branco e vi fate notare.

Per arrivare a fare carriera o almeno ad alzare lo stipendio, si può rivelare un beneficio agire alla maniera cinese:

– lamentarsi di ogni problema ad alta voce (questo ci riesce piuttosto bene),

– puntare il dito sul lavoro non svolto dagli altri (e riferirlo agli strati più alti),

– fare ppt per il capo analizzando ciò che andrebbe fatto (ai cinesi piacciono tanto i power point),

– in caso di grandi ostacoli al vostro lavoro o alla vostra serenità lavorativa, soprattutto se sapete che nessun altro potrebbe sostituirvi nel vostro lavoro, lasciare a intendere di volersene andare.

Altri comportamenti da assumere che possono salvarvi dai concorrenti e/o dalla noia sono:

saltare le figure che vi separano dal boss (soprattutto se vedete che sono inutili burattini buttati lì) e andare a parlare direttamente con lui/lei per spiegargli le cose che non vanno bene o che andrebbero cambiate,

non fare troppe confidenze sulle proprie idee e agire direttamente per mettere tutti di fronte al fatto compiuto (vedi il “meibanfa” più sotto).

insistere su ogni cosa.

In base a questo ultimo punto, vorrei parlarvi di un modo di dire e di fare molto diffuso in Cina (ma anche in Italia…) che è assimilabile al concetto di “scarica barile” o anche “scansafatiche”.

Questo comportamento da scansafatiche è riassumibile con la frase “mei banfa” (没办法), letteralmente “non c’è soluzione”, “non c’è niente da fare/non ci posso fare niente” o anche “è così e basta”.

Il “mei banfa” scatta quando una persona a cui è stato chiesto di fare qualcosa che non ricade nei suoi schemi o in quelli dell’azienda, evita bellamente di sforzarsi a trovare una soluzione a un problema generalmente risolvibile facendo qualche domanda qui e là.

Esempio:

occidentale: “Perché non vendiamo questo prodotto ad un prezzo più basso visto che è da mesi che non lo vendiamo?”

impiegato medio: “Mei banfa, questo prezzo segue le politiche dell’azienda”.

occidentale: Fa le dovute analisi, magari va a chiedere al manager (che spesso ripeterà il solito “meibanfa” dell’impiegato medio) finché non va a parlare con il CEO spiegandogli la situazione, il quale gli dirà esattamente cosa provare a fare. Problema risolto almeno in parte.

Questo è ovvio a tutti gli occidentali che lavorano in Cina: il cinese medio non sa andare fuori dagli schemi prestabiliti in principio da un capo o dall’entità “azienda” (e sui quali non ha mai rivolto domande o non si è sforzato più di tanto a cambiare la situazione). E questo per derivazione culturale, ma anche governativa (il governo ha zombificato i cinesi fin dall’infanzia con un’educazione priva di esami orali, domande su una propria opinione ecc.).

Nel caso si pongano nuovi problemi, il “mei banfa” può essere accompagnato o sostituito da un “bu tai qingchu” (不太清楚), letteralmente “non mi è chiaro”…che in realtà vuol dire “non ne ho la più pallida idea (e non me ne frega niente)”.

La chiave risolutiva per tutti i meibanfa e i bu tai qingchu che riceverete è una sana rottura di scatole allo scansafatiche in questione. Chiedete una cosa con insistenza fino al suo (e vostro) sfinimento psicologico  e vedrete che otterrete ciò di cui avrete bisogno, magari fatto male ma lo otterrete.

Insomma, per lavorare in Cina ci vogliono i così detti attributi, ma è un’esperienza di vita altamente formativa (anche per adulti) che vi consiglio di fare perché capirete più a fondo la cultura cinese e anche come l’agire degli uomini sia spesso uguale in ogni parte del mondo.

Raccogliete tutte le vostre forze e buona fortuna!! Fategli vedere di che pasta siamo fatti!

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…Non perderti la terza parte!

4 pensieri su “Lavorare in una compagnia cinese – Parte 2/3: colleghi e manager cinesi, le “guanxi” e i “meibanfa”

  1. Eh insomma devo dire che se prima pensavo che la situazione lavorativa in Italia fosse disperata (non per tutti ovviamente) un po’ mi consola sapere che ci sono Paesi che senza che ne arrivi notizia fino a noi, hanno problemi simili o anche peggiori!

    1. Sì, proprio così, ci possono essere magari problemi diversi, ma spesso ce ne sono comunque…Bisogna cercare di prendere il bene e migliorare il male che troviamo diciamo. Con pazienza piano piano si trova sempre un escamotage a tutto, altrimenti c’è sempre l’opzione “emigrazione” che va considerata anche come importante esperienza di vita. Cosa che io consiglio a tutti gli italiani perché abbiamo proprio bisogno di aprire la mente…ma tanto tanto bisogno!

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