Jilin: foreste incantate

Il Jilin è la terza provincia che ho toccato nel mio lungo viaggio nel nord della Cina dopo Mongolia Interna e Liaoning. Sono andata ignorando completamente che è una delle regioni del nord che conserva immense foreste in modo praticamente intatto. Ovunque si decida di andare, piccole o grandi città, ci si imbatterà in qualche foresta che toccherà il massimo del suo fascino in autunno.

Inoltre, insieme a Liaoning ed Heilongjiang è terra tradizionalmente associata alla minoranza etnica mancese, la quale ha fondato l’ultima dinastia cinese (Qing). Un’altra minoranza etnica che abita questi territori da tempo, oltre a quella mancese e quella mongola, è l’etnia coreana, a dimostrazione del fatto che i limiti territoriali non sono i limiti di una cultura.

Alcune cose da assaggiare:

Essendo ricco in foreste, il Jilin è anche una delle regioni da cui provengono alcuni funghi venduti in tutta la Cina. Sono principalmente funghi “medicali” usati per fare “zuppe alla brace” (huoguo o hotpot, ovvero “pentola rovente”).

Seconda cosa più famosa oltre ai funghi, sono le pannocchie. Andando in giro per le campagne (circondate da foreste) vedrete praticamente solo campi di pannocchie. Queste pannocchie hanno una buonissima qualità e vengono mangiate alla brace o bollite.

Parlando di cose dolci, con i frutti di bosco locali, soprattutto con l’uva spina (ovvero delle bacche rosse chiamate “culi”, 醋栗), si produce un liquore di frutta tipico della zona. Altri liquori possono essere fatti di altri frutti come la shanzha (山楂) ed altri frutti.

Altra cosa dolce che potrete assaggiare è il miele selvatico. Soprattutto nella zona intorno al Nord Corea, ho visto diversi apicoltori che producevano e vendevano il miele del posto. Visto che nei supermercati cinesi è veramente difficile trovare del miele decente (o quantomeno è veramente costoso), fossi in voi farei un po’ di scorta di miele sicuramente selvatico.

Uno dei piatti tradizionali di questa zona e che ha come ingredienti funghi e pannocchie è il famoso duncai (炖菜), una specie di hotpot (huoguo, 火锅) preparato con brodo di carne, verdura e funghi, pasta al vetro e schiacciate di farina di mais cotte direttamente sui bordi del pentolone in cui cuoce la zuppa. Il tutto spesso accompagnato da un caldo sedile riscaldato a legna o gas, il famoso kang (), su cui ci si siede nei giorni freddi.

Usato in tutto il nord della Cina in cui le temperature possono abbassarsi dai -20 ai -40 gradi (in inverno), il kang è un tradizionale letto o panca in mattoni, vuoto all’interno, che viene riscaldato con legna, carbone o anche gas (in caso di kang moderni). È una cosa che manca nei palazzi moderni, ma che vive tutt’ora nelle campagne di tutto il nord, da est ad ovest (l’ho trovato davvero dappertutto, Xinjiang e Qinghai compresi).

Il Jilin è una provincia talmente selvaggia che ospita animali di ogni tipo. Fate attenzione se andate da soli per foreste o se avete l’idea di fare campeggio nel mezzo del nulla, perché non sarà difficile imbattersi in orsi, lupi, cinghiali e (secondo i tassisti del luogo) anche tigri (notizia confermata anche dando un’occhiata sul web). Ora, io di questi animali non ne ho mai visto uno dal vivo, ma i tassisti mi hanno fatto vedere dei video di orsi che entravano nei cortili delle case, ed erano veramente enormi. Eviterei di addentrarmi troppo in posti di cui non si conoscono i pericoli.

Ma andiamo a vedere ciò che ho esplorato in 10 giorni di Jilin. La città in cui ho sostato più a lungo è quella di Songjianghe (松江河), cittadina piccola che si trova a due passi dall’entrata ovest della famosa Changbaishan (长白山), ovvero la Lunga Montagna Bianca, caratterizzata da fitte foreste e un grande lago vulcanico che separa Cina e Nord-Corea. Il picco più alto arriva addirittura a 2700 metri di altezza (entrata nord). Vi consiglio altamente di non pensare di girare la zona di Changbaishan intorno alla Festa della Repubblica (Guoqingjie) e in generale MAI durante le feste o più che un piacere diventa un tour de force.

Continua nel prossimo articolo…

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