Turpan

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Sono arrivata a Turpan all’avventura il 4 novembre, sapendo solo che qui vicino hanno trovato i jianzhi più antichi ad oggi ritrovati, e per il resto, facendomi un’idea generale basata su qualche figura su Instagram.

Ho scoperto, invece, una città non solo ricca in storia e siti archeologici, ma anche una città multiculturale, con diversi quartieri uyghuri tradizionali, musei, ex siti/villaggi uyghuri, paesaggi fantastici e tanto ma tanto cibo locale.

Sono stata agevolata ad amare questa città, non solo per la precedente delusione avuta ad Hami, ma anche per il mio primo approccio alla città, avendo prenotato un albergo nella bellissima via Qingnian (青年路), una via con lunghi e antichi pergolati di viti che si inoltrano in questa via per circa un chilometro.

Ho amato questa città per la cultura, il cibo e i panorami che offre e continuo a credere che avrei dovuto passarci più giorni.

Elencando solo i posti più famosi di Turpan posso farvi immaginare la ricchezza che offre questa piccola cittadina uyghura (in grassetto le zone che ho visitato di cui parlo meglio più sotto):

La città antica di Jiaohe e il villaggio uyghuro di Jiaohe (stesso posto), il pozzo di Kan er jin (坎儿井), il museo di Turpan, la casa del principe uyghuro Imin Hoja (王府) e la Torre di Sugong o di Emin (stesso posto della casa del principe Hoja), la gola dei vitigni (葡萄沟), la città di Gaochang (o Qocho,高昌), la montagna fiammante (火焰山), il villaggio uyghuro di Tuyuk (吐峪沟古村) e le grotte buddhiste di Toyok(吐峪沟佛洞), la tomba di Astana (che non ha niente a che fare con la città kazakha), le Cave dei mille Buddha di Beziklik(柏孜克里千佛洞, di cui pare ne siano aperte solo alcune e tante altre cave buddiste, tombe e chi più ne ha più ne metta.

Come vedete, viene il mal di testa anche solo facendo un elenco dei siti più famosi di Turpan. Un ottimo modo per avere un’idea generale della città e delle ricchezze che offre storicamente è fare un salto al museo gratuito di Turpan, nonostante il museo non sia proprio esaustivo nella spiegazione.

Nota: la maggior parte dei posti sovraelencati non dispone di mezzi pubblici per arrivarci (tranne il museo), per cui spesso viaggiare da soli può rivelarsi molto costoso (sono arrivata a spendere anche 400 yuan per mete distanti parecchie decine di km (come Tuyuk e posti limitrofi come la Montagna fiammante, la tomba di Astana, la città di Gaochang). Armatevi di soldi e calcolate che potreste metterci almeno 1 ora di viaggio per arrivare in questi posti, ancora aperti alle visite degli occidentali.

 

Ma veniamo alle informazioni più pratiche sui posti che ho visitato in 5 giorni:

1) La città antica di Jiaohe o Yar (70 yuan di ingresso) e il villaggio uyghuro di Jiaohe (35 yuan), stessa entrata, biglietti separati (con un extra biglietto di autobus interno che le collega, 25 yuan). Si trovano a pochi km da Turpan (una decina circa) e sono raggiungibili solo in taxi (60 yuan a/r).

L’antica città di Yar, è un città-isola con circa 2500 anni di storia che ha case simili alla più grande città di Gaochang ad est di Turpan (sulla strada per Tuyuk). E’ stata fondata da tribù nomadi locali (forse anche i tocari) per poi cadere sotto il controllo degli Han, degli uyghuri e infine decadere sotto i mongoli. E’ situata su un altipiano-isola a 30 metri di altezza dal fiume che la protegge in ogni direzione, essendone circondata. Questa mèta mi è piaciuta perché è tranquilla, con costruzioni antichissime in rovina, assimilabili a muri di terra dura, che mi hanno ricordato il medio oriente. La città è stata scavata dall’alto in basso e quindi molte delle costruzioni visibili sono state “intagliate” nel terreno e poi perfezionate con della terra del posto. Diversi gli edifici buddisti, statue buddiste quasi irriconoscibili e stupa ormai erosi dal tempo o distrutti dalla ferocia mongola che pare sia stata la causa della decadenza di questa città.

Proprio accanto a Yar, esattamente alla stessa entrata, ma con biglietto a parte, c’è l’ex villaggio uyghuro di Jiaohe, che ha 200 anni, ma è ora inabitato perché il governo ha gentilmente cacciato gli uyghuri che ci abitavano, per motivi ancora non proprio chiari (per farci i soldi su?). Il villaggio è comunque ancora presente e ospita un interessante museo che riproduce un mini villaggio uyghuro in carton gesso (interessante perché mostrano anche l’artigianato uyghuro) e in più mantiene vere e proprie case uyghure arredate nello stile tradizionale. A me questo posto è piaciuto molto, anche più della cittadina uyghura di Tuyuk, in cui le case sono visitabili solo dall’esterno.

 

2) Cittadina di Tuyuk. E’ un villaggio uyghuro ancora “vivo” (contrariamente a quello di Jiaohe) e che ospita ancora poco più di un centinaio di abitanti. Si trova a 60 km circa da Turpan (circa 400 yuan di taxi a/r) ed è situato sulla gola omonima (Tuyuk) nei pressi della quale si trovano anche delle antiche cave buddhiste (chiuse al pubblico durante il mio arrivo). Il villaggio ha un’entrata a pagamento di 30 yuan (prova secondo cui il governo si serve gentilmente della cultura uyghura per fare soldi) e si anima particolarmente in estate, quando ci sono più turisti e quindi gli abitanti del villaggio hanno più possibilità di vendere i loro prodotti locali (uva passa, frutta secca, pane nan ecc.). In inverno sembra quasi un villaggio fantasma in cui si vedono e sentono pochissimi locali. Mi sono venuti quasi i brividi per la sua desolazione invernale, quasi da film horror. Ma non si può ammettere che le case e le camere di essiccamento dell’uva non siano proprio tipiche uyghure. Inoltre, proprio accanto alla cittadina sono presenti le antiche Cave dei mille Buddha. Tutto il paesaggio attorno a Tuyuk è arido e pressoché desertico, con sfumature che vanno dal rosso, al marrone al verde.

Sulla strada del ritorno verso Turpan potrete fare un salto a vedere la gola di Tuyuk e il fiume che ci passa in mezzo. Potrete ammirare i fantastici colori e forme che il terreno ha preso in milioni di anni di erosione e movimenti tettonici.

E’ sicuramente una meta da vedere, nonostante sconsigli di andarci in inverno. Andando o tornando a Turpan potete passare a visitare l’antica città di Qocho o Gaochang, la tomba di Astana e la Montagna fiammante (chiamata così per il colore rosso della terra). Queste tre non le ho visitate, ma i locali mi hanno spiegato che la città di Qocho è simile a quella di Jiaohe, anche se più vasta, mentre la Montagna Fiammante non ha che pochi tratti visitabili.

3) La mansione del prefetto Imin Hoja (王府) . Una casa uyghura aristocratica in netta contrapposizione a quelle visitabili un po’ ovunque nel Xinjiang, per 20 yuan di entrata. Sinceramente non mi ha colpita particolarmente perchè è mantenuta abbastanza male e non ha molte cose uyghure. Sono rimasta colpita da sole due camere, mentre il resto è abbastanza deludente e povero in spiegazioni.

Si trova a pochi passi dalla torre di Emin o di Sugong, ovvero la torre della Moschea di Emin, visitabile solo dall’esterno. Motivo per cui non sono entrata nel cortile, anche perchè il biglietto di ingresso è di circa 40 yuan, e per vedere un cortile mi sembra un po’ eccessivo.

4) Il museo di Turpan. Se non andate di fretta, vi consiglio di dare un’occhiata al museo di Turpan, che anche se non è molto esaustivo e in certe parti anche un po’ noiosetto, vi darà sicuramente delle dritte sulla storia del posto e dei luoghi che potrete visitare.

Una sezione è sicuramente degna di nota, ed è quella delle mummie ritrovate nelle antiche tombe limitrofe. Queste mummie sono la prova che popolazioni euroasiatiche vivevano qui millenni fa.

5) Il pergolato di Qingnianlu. È giusto un viale lungo circa 1 km e pieno di meravigliosi e antichi pergolati di uva, così – letteralmente – pittoreschi! Ideale per farsi una camminata verso il museo o verso i ristoranti più famosi di Turpan. Purtroppo gli ultimi due giorni della mia permanenza ho assistito ad uno spettacolo che non avrei mai voluto vedere: gran parte del pergolato, fra cui le viti più antiche, sono state sradicate dalla radice o tagliate per essere vendute. Non so se i prossimi anni ci sarà ancora un pergolato d’uva o se ci sarà solo in parte. Mi auguro vivamente di sì perché è uno spettacolo fantastico.

Qui di sotto vi allego una cartina e il suo link con i luoghi più famosi. In rosso quelli che ho visitato, in blu, tutti gli altri:

mappa Turpan jpg

https://drive.google.com/open?id=12EOK35-e99vr_J-JEho2yH76F31synJL&usp=sharing

Ma passiamo al cibo!

Ovviamente non potete andarvene da Turpan senza aver assaggiato dei tipici piatti uyghuri/kazakhi! Quindi vi consiglio di farvi un bel giretto proprio di fronte al museo dove sono dislocati a poche decine di metri diversi ristoranti all’aperto e al chiuso che fanno le prelibatezze più famose uighure:

1) i fagottini arrosto “samsa”, con carne di capra/pecora, arrostiti nei forni di coccio uyguri,

2) il pane “nan”, anch’esso impastato e arrostino al momento,

3) gli spiedini di carne di pecora/capra.

Entrando in qualche ristorante uyghuro sempre dispiegato lì attorno, poi potrete mangiare i famosi:

– banmian, spaghetti fatti a mano con verdure e carne di capra

– pilavi o pilaf (pronunciato “polau” in uyghuro e “palau” in kazako), piatto di riso con carote, carne di pecora, cipolle e spezie varie

– dapanji, piatto di carne di capra, patate, carote mentre per le bevande ricordiamo il tè al latte (naicha), tipico dei kazakhi ma adottato anche dagli uyghuri, da prendere a colazione con del nan o alla sera, sempre con del pane magari indurito.

Altri ristoranti famosi a Turpan che mi sono stati consigliati dai locali sono nei pressi del museo di Turpan (porta est dell’antica città, Laocheng dongmen老城东门) e quello di Katina (卡提娜) e di Alikamu (艾力开木餐厅).

continua con il Canyon di Kuitun

Silvia

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