Le correnti più famose fra le “cento scuole” (IV-III secolo a.C.)

Oltre ai precedenti libri menzionati (fra i 4 Libri), un altro libro di stampo confuciano è:

4)      Xúnzǐ (旬子), titolo del libro omofono al nome dell’autore (Xun Qing o Xun Kuang) che visse fra il 298 e il 238 a.C. È un confuciano anche lui ma ha idee opposte a quelle di Mencio. Per Xunzi l’essere umano nasce cattivo. Il testo di Xunzi è un libro in 32 capitoli indipendenti di cui uno parla solo della natura umana. La natura umana è cattiva nel senso che è priva delle virtù di cui parlava Mencio e questo vuoto può essere colmato da cose positive o negative. Quindi l’uomo nasce con delle lacune (anche se non è malvagio) e quello che deve fare è di cercare le cose positive da apprendere (ciò che accadrebbe soprattutto con lo studio). Se Mencio dice che l’uomo ha già dei semi, Xunzi dice che ne è privo o ne è carente. Mencio dice che la bontà si sviluppa con lo studio e con la consapevolezza, Xunzi dice che senza lo studio si diventa malvagi. Siccome il bene si ha solo con lo studio, se l’uomo viene lasciato a se stesso (dato che non ci sono possibilità oltre allo studio per coltivare il bene) diventa maligno. Quindi tutti tranne i fortunati che potevano permettersi di studiare erano cattivi anche se Xunzi dice che ci sono delle persone (saggi) che hanno in loro stessi una potenzialità talmente alta che possono diventare buoni da soli. L’opera di Xunzi è più “razionale” del Mengzi. L’approccio è più discorsivo, razionale e riflessivo nel Xunzi. Ci sono anche versi di poesia ma è assente il dialogo. Fra Mencio e Xunzi la Cina ha scelto Mencio. Lo sviluppo delle teorie di Mencio e Xunzi è dovuto anche al periodo (degli stati combattenti), periodo molto vivace anche dal punto di vista culturale (si parla di 100 scuole di pensiero di cui 9 molto importanti).

Alla rigidità propria del confucianesimo il taoismo ha opposto uno spirito libero da convenzioni sociali proprie dell’animo cinese. Il taoismo si fa portatore di uno stile ricco di paradossi e di iperboli, fantasie, immagini poetiche. Il carattere mistico e religioso del taoismo preesisteva ai tre filosofi taoisti che presentavano una corrente più colta rispetto l’originale per quanto riguarda le credenze religiose di origine sciamanica. Quella taoista è una concezione individualista.

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Bibliografia: – La letteratura cinese, Bertuccioli (pag 9-166)

                   – Letteratura cinese, Idema-Haft (pag 4-140)

                   – appunti delle lezioni della Professoressa Casalin

3 pensieri su “Le correnti più famose fra le “cento scuole” (IV-III secolo a.C.)

  1. Hai liquidato il povero Lie Yukou ed il suo Liezi in poche righe ma nel complesso ho molto apprezzato il tuo scritto.

    1. è vero, anche in maniera imbarazzante se vogliamo, ma probabilmente è stata una “scelta obbligata” (il testo avrà menzionato solo quel poco o niente o quelle due righe saranno state frutto di un accenno della professoressa a lezione, è difficile ricordarlo attualmente). Grazie per il commento 🙂

      1. Ma no è comprensibile. Il Liezi è snobbato da un po’ tutti, forse perché non si è certi della storicità dell’autore che nel Shji non è presente ne come Liezi (列子) ne come Lie Yukou (列禦寇). L’unica menzione, in tutti i testi Pre-Qin e Han, la troviamo nel Lüshi Chunqiu dove c’è scritto: “Lie Yukou aveva come priorità il vuoto”. Mancando un autore certo l’opera da sola evidentemente non ha la forza di imporsi e per questo tutti gli studiosi tendono a non darle peso e ad ignorarla. Questo almeno secondo le mie ricerche dilettantistiche.

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