Qinghai, il Tibet libero

Il Qinghai è una regione che mi ha sorpresa. Me lo aspettavo come un posto con attrazioni principalmente paesaggistiche e poche attrazioni culturali, e per qualche motivo me lo immaginavo veramente arretrato.

Non fraintendetemi, è sicuramente una regione che ha bisogno di crescere e che in alcune sue parti è ancora parecchio arretrata (che per me non è necessariamente sinonimo di “povero” o “non interessante”), ma ha anche parecchi grattacieli e infrastrutture che collegano abbastanza bene ogni suo punto.

Ma facciamo un passo indietro e parliamo di confini del Tibet.

Il Tibet, prima di essere completamente annesso ai territori e al governo cinese, si estendeva non solo nell’attuale area conosciuta come “Tibet”, ma anche in tutto il Qinghai, parte del Gansu, parte del Sichuan e dello Yunnan. Infatti, se andate in una qualsiasi di queste regioni che circondano il Tibet, soprattutto proprio nei pressi dei confini con il Tibet, troverete diversi villaggi di soli tibetani ed antichissimi templi con i tipici tratti del buddismo tibetano (vedi articolo sul Gansu).

Il Tibet inteso come “terra dei tibetani”, si divide in tre zone culturali principali: Amdo, Kham e lo U-Tsang. Il Qinghai coincide con l’Amdo (centro-nord) e con parte del Kham (sud).

Tibet_provinces

Appena arrivata nel capoluogo del Qinghai, mi sono subito resa conto che i tibetani non solo erano parecchi, ma che erano anche facilmente identificabili grazie agli abiti tradizionali (cosa resa facile anche dalla stagione, visto che in estate tendono a vestirsi in modo non tradizionale – almeno è ciò che mi hanno detto i locali -).

Ora, nonostante il titolo di questo articolo includa la parola “Tibet libero”, devo sottolineare che in linea di massima nessuno è veramente libero in Cina (neanche gli han), ma senza addentrarmi in discorsi politici, posso dire che i territori tibetani al di fuori del Tibet hanno meno controlli rispetto al Tibet propriamente detto.

Tutti i tibetani che ho incontrato nel Qinghai non solo non si sono mai lamentati di repressioni o particolari attenzioni dal governo centrale, ma sembrano anche felici e ben integrati con il resto della società.

Non ci troviamo, quindi, in un territorio controllato ai livelli del Xinjiang (dove in parecchi si sono sfogati con me della condizione locale) o del Tibet.

Se questo faccia dei tibetani dell’Amdo e del Kham delle persone con lo stesso livello di libertà dei cinesi han, non mi è chiaro al 100%, ma in linea di massima si può dire che vivono in armonia fra cultura tibetana e cultura han.

Il Qinghai, che letteralmente significa “lago/mare azzurro”, è famoso proprio per i suoi laghi.

Fra questi c’è il lago omonimo, il lago Qinghai, che è il lago più grande della Cina, con una superficie pari almeno a quella del Molise (4400 km quadrati circa)!!! Infatti nei periodi di secca arriva ad avere 4200 km quadrati di superficie, mentre in periodo di piena arriva addirittura a 6000 km quadrati. Inutile dire che quando vi ci trovate davanti sembra di trovarsi di fronte ad un mare.

Qinghai lake - Lago Qinghai

Oltre ai laghi, i turisti cinesi vengono qui nella stagione primaverile ed estiva per ammirare gli sconfinati prati di fiori gialli che sbocciano in questa stagione.

La stagione migliore per visitarlo, quindi, è maggio-giugno, quando le praterie si riempiono di fiori gialli e di mille altri colori. Naturalmente, essendoci stata a gennaio, ho trovato un paesaggio secco e sterile, ma ho potuto godere di un maggiore contatto con i locali non “stressati” dall’affollamento turistico dell’alta stagione, nonché di un maggiore silenzio e quiete generale.

Sono stata qui tecnicamente per un mese, attivamente per 3 settimane (visto che per una settimana ho avuto la febbre – grazie, riscaldamento rotto!) e del viaggio di sei mesi che ho intrapreso fra 2018 e 2019 è sicuramente la regione che si piazza al 2° posto dopo il Xinjiang per bellezza paesaggistica e culturale.

Le zone a maggiore interesse turistico si trovano tutte attorno al capoluogo (Xining), il che ne fa un posto adatto per vacanze a breve termine.

Trasporto

Dal punto di vista del trasporto il Qinghai sembra essere messo meglio del Xinjiang, ma scarseggia di linee ferroviarie. Infatti, la maggior parte degli spostamenti può avvenire principalmente attraverso i pullman e, più raramente, con l’aereo.

Questo è dovuto soprattutto al fatto che il Qinghai è un altopiano che si sviluppa dai 2000 ai 4000 metri e che vede tratti di paesaggio che necessiterebbero un radicale cambiamento per essere percorsi dai binari.

Questo mi è stato chiaro non solo uscendo poco più fuori dal centro di Xining (il capoluogo del Qinghai), ma anche nel lungo viaggio di 13 ore che ho fatto da Xining ai limiti con il Tibet (nella bella Yushu).

I tratti pianeggianti in cui potrebbero essere costruite linee ferroviarie sono parecchi, ma ci sono anche diversi punti in cui andrebbero fatti parecchi lavori di livellamento per garantire stabilità nelle tratte dei treni: curve strette e in salita, pareti rocciose, ecc. sono la norma in diversi punti intorno al lago di Chaka e verso la parte più montuosa del Qinghai, nel sud.

La cosa positiva è che le linee dei pullman sono veramente tante e vi porteranno nei villaggi con più movimento e nei posti turistici più famosi a prezzi veramente irrisori.

Non escludo che nei prossimi anni questa regione possa avanzare ancor più in infrastrutture, ma per ora ci si deve accontentare di quello che offre.

Conosceremo meglio questa provincia nei prossimi articoli…

Silvia

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