L’arte in Cina dal Neolitico alla dinastia Han

NEOLITICO:

Presenza di culture molto complesse e diverse fra loro denominate in base al sito in cui sono stati rinvenuti i loro oggetti. Possiamo parlare di due categorie di culture principali: le culture dell’interno e quelle delle coste orientali. Gli oggetti più antichi ritrovati riguardano ceramiche, attrezzi da lavoro, elementi architettonici, statuette e giade. Ma ancora prima possiamo dire che l’arte preistorica nasce nell’età della pietra con pitture rupestri realizzate con pigmenti minerali sulle pareti rocciose rappresentanti animali, scene di caccia, maschere, impronte di mani o zoccoli e motivi astratti come linee a zigzag, cerchi e spirali (all’aperto, non in caverne) oggi rinvenute soprattutto nella regione dello Yunnan, del Guangxi e della Mongolia interna. Quelli del nord sembrano essere ancora più antichi di quelli delle zone interne, si pensa che siano anteriori all’8000 a.C. .Si possono fare ulteriori distinzioni fra pitture dei cacciatori mesolitici (10000 a.C. fino a 6000 a.C.) con grandi figure di animali, pitture dei cacciatori del Neolitico (8000-4000 a.C.) e pitture di pastori e allevatori (3500-2000 a.C.) con animali domestici e scene di attività rituali (pitture facenti parte di questa categoria ci furono anche in epoche più tarde fra il 1200-200 a.C. e 900-1600 d.C., mentre una categoria a parte è costituita da rappresentazioni di maschere fra il 5500-3500 a.C.). Le ceramiche dell’età della Pietra, epoca che vedeva ormai l’affermarsi delle prime società tribali stanziali, riprendono in modo più o meno elaborato le linee astratte delle pitture murali rupestri ma molte erano create ad impressione (fatta con una cordicella arrotolata in un bastoncino).

LA CULTURA YANGSHAO:

Cultura ritrovata nei pressi si Xi’an (Shaanxi), nel villaggio di Banpo, e risalente al V millennio a.C. (5000-4000 a.C.). L’insediamento Yangshao era costituito da abitazioni di legno e paglia (con le basi delle colonne di legno in pietra) a pianta circolare ed altre (meno numerose) a pianta rettangolare interrate per metà. Altri edifici molto più grandi si ritiene fossero adibiti ad uso pubblico. In una parte dell’insediamento sono stati trovati forni rudimentali e un luogo di sepoltura per adulti (i bambini che non venivano sepolti quasi mai erano posti in urne di terracotta) separato dal villaggio tramite una recinzione. Le ceramiche rosse di Banpo erano dipinte di nero e presentavano motivi zoomorfi  (pesci, rane, cervi e uccelli) oltre che a pesci combinati con visi umani o a maschere e a motivi geometrici (più rari). Se le decorazioni erano abbastanza libere lo stesso non accadeva per la forma dei vari vasi dovute alle esigenze di utilizzo e alle tecniche di produzione. Il motivo della maschera è stato ritrovato in tre diversi siti: si tratta di un cerchio con alcune linee che rappresentano occhi, naso e bocca (nel punto in cui dovrebbero esserci le orecchie appaiono delle zappette rivolte verso l’alto o dei pesci ad essi sostituite) complessivamente somigliante ad un pesce anche in ogni suo singola parte. Il motivo del pesce è dovuto sicuramente alla pesca, la fonte di cibo principale per gli abitanti di Banpo che vivevano sulle rive del fiume Wei (affluente dello Huanghe o Fiume Giallo). C’è anche la possibilità di un ipotetica divinità fluviale a cui venivano dedicate delle offerte rituali. A Xishuipo, su una tomba,  è stato rinvenuta la più antica rappresentazione del drago da una parte della salma mentre dall’altra parte è posta la figura di una tigre (sagome entrambe formate e costituite da conchiglie), composizione che ritornerà più volte nell’arte cinese.

LE CULTURE DELLE COSTE ORIENTALI (a nord e a sud del Fiume Azzurro):

A rappresentare le culture delle coste orientali ricordiamo la cultura di Hemudu, sito risalente al 4400-3300 a.C. situato nella provincia del Zhejiang (tra Shaoxing e Ningbo) a sud del fiume Changjiang o Yangzi (cioè il Fiume Azzurro) e la cultura di Qinglian’gang, sito risalente al 4000-3000 a.C. a nord dello Yangzi. La gente di Hemudu fabbricava ceramiche dipinte o decorate premendo sulla terracotta ancora bagnata un bastoncino con arrotolata una cordicella; la gente di Qinglian’gang  producevano terrecotte rosse con decorazioni dipinte e vivevano in capanne con muri di argilla sostenuti da pali di legno. Per quanto riguarda le tecniche tessili, l’agricoltura e l’architettura arcaica le prime culture costiere furono superiori rispetto a quelle centrali ed anche in epoche più tarde gli stati del sud proseguirono per un sentiero alternativo al resto del paese.

 

 

DECORAZIONI DIPINTE E GUSTO DELLA CONTEMPLAZIONE:

La cultura Majiayao (o fase Gansu-Qinghan della cultura Yangshao)del 3800-2000 a.C., della zona di Liuwan (Qinghai), è nota per ceramiche riccamente dipinte e in parte decorate a rilievo. La figura umana, realizzata tutta in rilievo o come una maschera a rilievo a scheletro dipinto, va in netto contrasto con la pittura scura che la circonda. Altro motivo ricorrente è la rana (conosciuta in mitologia come animale lunare). Le pareti dei vasi sono rivestite di linee ornamentali ondulate: spirali, vortici o linee sinuose e reticolate. Se delle ciotole veniva dipinto per lo più l’interno, nel caso dei vasi solo il collo e le spalle venivano dipinti, cioè solo la parte visibile da un osservatore. Questo era dovuto al fatto che in età neolitica i vasi venivano appoggiati a terra e un osservatore in piedi poteva vederne solo la parte superiore. Mentre le linee con questa cultura sembrano essersi evolute, le forme restano pressappoco le stesse della cultura Yangshao. La figura dell’ermafrodito (in parte in rilievo in parte dipinto) viene chiamata tale solo perché non è ancora chiaro di che sesso si tratti.

LA CULTURA HONGSHAN:

Nella Cina nord orientale (parte occidentale della mongolia interna) nella provincia del Liaoning (nello Hebei settentrionale) è stato ritrovato un gruppo di siti del 3500 a.C. .Nelle località del Dongshanzui e Niuheliang (provincia del Liaoning, a nord-est di Pechino) sono state rinvenute delle sculture fra cui delle figurine di donne incinte nude (10 cm), una statua di dimensioni maggiori e frammenti di figure più grandi del naturale. Le proporzioni di queste rappresentazioni sono adeguate e riproducono anche un certo movimento. In una zona recintata dal resto del sito sono stati trovate abitazioni, un altare, vasi in ceramica, utensili in pietra e resti di ossa animali e umane il tutto, si presume, facente parte di una zona rituale. A Niuheliang sono state rinvenute anche le più antiche fondamenta di tempio finora conosciute e costituite di un complesso di edifici principiali e altri secondari, da tumuli di pietra e da un’area riservata all’altare. Oltre alle ceramiche, nelle tombe si trovano corredi funerari in giada composti di anelli, cerchi e dischi (bi) con un foro al centro utilizzati fino all’epoca Han (206 a.C. -220 d.C.). Sono stati trovati anche dei tubi di giada che esternamente hanno base più o meno quadrata (cong), e rappresentazioni dei draghi (che erano considerati i signori della pioggia e quindi della fertilità) e maiali.

LA CULTURA LIANGZHU:

Situata lungo il delta del Fiume Azzurro fra il 3300 e il 2200 a.C. è conosciuta per il ritrovamento di molti manufatti in giada (pietra molto difficile da lavorare) lavorata a rilievo. Fra i manufatti rinvenuti nelle tombe ricordiamo dischi bi, tubi cong, gioielli e collane. Alcune di queste giade mostrano una decorazione in rilievo che potrebbe sembrare una maschera con grandi occhi tondi o un animale dalle corna ricurve (il prototipo del taotie degli Shang). Caratteristico di questa cultura è una placca in giada a forma trapezoidale (una sorta di corona o qualcosa di simile). Inoltre ricordiamo l’importanza che ricopre la figura decorativa dell’uccello in questa cultura (sono stati trovati anche ciondoli a forma di pesce e uno a forma di tartaruga).

LA CULTURA LONGSHAN:

Si è sviluppata nella zona dello Shanxi, dello Henan e dello Shandong fra il 2500 e il 2000 a.C. .Elemento caratterizzante di questa cultura è l’assenza di ceramiche dipinte del tipo Yangshao, ma in compenso i vasai Longshan erano maestri nell’utilizzo del tornio che gli permetteva la realizzazione di manufatti complessi fra cui bicchieri a lungo stelo, alte brocche e coppe nonché pezzi dello spessore di pochi millimetri detti “ceramiche a guscio d’uovo”. Le ceramiche erano di colore  nero, grigio o marrone e potevano avere decorazioni ad incisione o impressione (cioè a rilievo) ma erano assenti le decorazioni pittoriche. Anche le forme utilizzate erano di più vasta scelta di quelle delle culture precedenti. La maggior parte delle ceramiche aveva la base costituita da tripodi ma c’erano anche ciotole con coperchio, bicchieri con manico e coppe di forma elaborata con stelo più o meno slanciato. I tripodi (tre piedi) venivano utilizzati più che altro per il vasellame per cucinare e costituivano una grande trovata perchè anche se non erano di lunghezza perfettamente identica costituivano sempre una buona stabilità (diversamente da quattro piedi che se diversi potevano far traballare la ceramica) anche se l’oggetto veniva appeso. Incomincia una stratificazione sociale resa evidente dal divario di decorazioni fra le varie tombe e dalla presenza di mascelle di cane (sempre nelle tombe), simbolo di agiatezza perché garantiva sicurezza e cibo. Altro simbolo rappresentato in questa cultura è il drago (presente anche nella cultura Yangshao e Hongshan).

LA CULTURA SHIJIAHE:

Nello Hubei (2400-2000 a.C.) ha lasciato le più belle rappresentazioni di statuine zoomorfe del Neolitico cinese. Tra i soggetti rappresentati compaiono uccelli (soprattutto gallinacei), animali domestici fra cui il cane e animali da caccia come l’elefante. Gli esseri umani sono rappresentati in ginocchio con un pesce appoggiato sulla coscia. Siccome queste statuine venivano gettate via dopo il primo utilizzo (come dicono alcuni testi più tardi) si ritiene che servissero a scopi rituali.

LA CULTURA ERLITOU:

Dal punto di vista cronologico ci si avvicina al periodo della dinastia Xia (2000-1600a.C.),

dinastia ancora solo ipotetica e di cui non è data per certa la sua esistenza (in realtà qualunque cultura avanzata in grado di porsi sulle altre fra le molte esistite poteva rappresentare od essere la dinastia Xia). In parte si pensa che sia la cultura Erlitou (nello Henan del periodo fra 2000 e 1600 a.C.) la cultura originaria della dinastia Xia. Comunque sia, è a questa epoca che appartengono i primi bronzi di grandi dimensioni realizzati in Cina, che anche se privi di decorazioni o forme complesse si pensa non siano i primi ad essere apparsi (prima età del bronzo). Oltre ai vasi di forma diversa di quelli in ceramica, venivano prodotte anche armi (che secondo la tradizione cinese furono create per prime dall’imperatore Yu della dinastia Xia). Ritornando alla produzione di ceramiche, ovviamente, quelle di uso quotidiano non erano elaborate o decorate come quelle utilizzate per i riti.

LA DINASTIA SHANG:

Secondo la storiografia tradizionale cinese fu la stirpe Shang del 1600-1045 a.C. circa stanziata sul corso inferiore del Fiume Giallo (nello Henan, città di Zhengzhou) a rovesciare la dinastia Xia. Possiamo distinguere due fasi nel corso del regno Shang: quella Erligang (1600-1300 a.C.) e la fase Anyang (1300-1045 a.C.). Accanto alla ceramica neolitica, gli oggetti della dinastia Shang sono quelli più antichi e comprendono armi, oggetti rituali, strumenti musicali e utensili creati con alto livello artistico dovuto ad una tecnica perfetta. Sulle ossa oracolari Shang si trovano le forme originarie della scrittura cinese d’oggi: quello dell’epoca Shang era un ricco vocabolario gia costituito di ideogrammi più che dai più antichi pittogrammi. Il regno degli Shang possedeva diverse città fortificate ed era retto da una monarchia ereditaria della quale il re rappresentava la massima autorità religiosa e militare. La conoscenza della fusione del metallo rimaneva all’interno di una stretta cerchia di nobili fra cui, ovviamente, c’era anche il re. Il regno, faceva, così, utilizzo di armi per affermare la sua supremazia. La religione, che era influenzata dal carattere agrario del regno, era improntata sul culto della fertilità: si credeva in divinità naturali e nel potere degli antenati. Durante le cerimonie rituali si cercava la protezione degli antenati o si interrogavano gli dei o ancora si cercava si ottenere la benevolenza degli dei tramite sacrifici (offerte di cibi e bevande). Gli avi, che dopo un certo periodo di tempo sarebbero diventati divinità, potevano assicurare protezione ma anche punizione se i parenti non si fossero presi cura di loro anche dopo la morte. I rituali venivano svolti con la bruciatura e screpolatura (scapulomanzia o piromanzia) di scapole di bue o gusci di tartaruga praticate da un sacerdote al quale venivano fatte delle domande dal membro più importante della famiglia aristocratica (è grazie all’archivio di certi manufatti per date che si conoscono tante cose sulla dinastia).

L’enorme sviluppo tecnologico era sicuramente dovuto ad una divisione in compiti (divisione in classi) e quindi di specializzazione. La lega del bronzo (rame+stagno) era arricchita anche da una certa percentuale di piombo per conferire maggiore lucentezza all’oggetto. Le fasi per le realizzazione dell’oggetto erano varie perché realizzati a matrici e perchè certi elementi più piccoli o elaborati venivano aggiunti (fusi sul bronzo, inoltre gli stampi venivano utilizzati più volte perché realizzati in cera persa) dopo averne stampato lo scheletro principale (gli stampi per lo scheletro erano usati una sola volta, per questo i vasi sono uno diverso dall’altro). Per quanto riguarda le tombe principesche Shang avevano tutte una pianta a forma di croce (cioè a forma di shí=) con una serie di rampe che conducevano alla camera sepolcrale sotto la quale giacevano le offerte, i bronzi e le vittime sacrificali. I bronzi Shang e poi anche quelli Zhou (almeno nella prima fase occidentale) avevano una funzione sacrale e sociale (mentre le prime iscrizioni si limitavano a ricordare il proprietario dell’oggetto quelle più tarde,cioè dai Zhou, registrano nozioni riguardanti il calendario, l’assetto giuridico e istituzionale, le vittorie militari, il conferimento di proprietà e titoli, lo stato delle relazioni con le popolazioni limitrofe..). I contenitori più comuni erano quelli per alcolici utilizzati anche per i riti sacri e quelli per il cibo e l’acqua.La forma poteva variare: oltre ai vasi (sia tondeggianti che squadrati) c’erano anche le campane (rituali e militari) senza battaglio e rivolte verso l’alto, tutti riccamente decorati. La decorazione era disposta in modo simmetrico: mentre i primi bronzi ne erano privi e ricordavano le ceramiche nere di Longshang, con il passare del tempo vennero alla luce decorazioni sempre più maestose inizialmente solo geometriche e astratte, poi incentrate su un unico soggetto in rilievo su una superficie liscia e infine la decorazione coprì l’intero vaso  con l’abbinamento di parti in bassorilievo ed altre a tutto tondo. Sempre più comuni divennero i soggetti zoomorfi (presenti in basso rilievo o come piccole sculture) che avevano gia avuto dei precedenti in epoca Erlitou (sotto forma di giada), in particolare ricordiamo la figura del taotie, rappresentazione simmetrica di un muso di animale (si fa riferimento al ghiottone). La figura del taotie, come anche quella del drago (o meglio delle figure kui, esseri fantastici dal corpo composito)  è di carattere religioso ed è una sorta di maschera formata da due metà ciascuna delle quali a sua volta, non è altro che un animale fantastico rappresentato di profilo. Tutti questi soggetti principali erano anche accompagnati da motivi geometrici che decoravano lo sfondo. Ce ne erano anche altri con sfondo interamente decorato a rilievo su cui spiccavano figure plastiche che possono rappresentare taotie o figure stilizzate di animali fra cui elefanti, pesci, tartarughe e uccelli (in particolare si parla spesso di feng = fenice) mentre nella parte inferiore o nei piedi venivano stilizzate cicale. Altro tratto caratteristico della tarda epoca Shang (come tutte le figure zoomorfe) è la presenza di costolature verticali sovrapposte ai punti di sutura tra le varie sezioni che rafforzano l’impressione di simmetria. Le poche iscrizioni rinvenute sui bronzi della fase Anyang sono molto brevi e  forniscono giusto qualche informazione sul proprietario della tomba o il nome della tribù. Contemporanea alla fase Anyang degli Shang fiorì un’altra civiltà, la civiltà Shu (provincia del Sichuan, vicino alla città di Chengdu), che ha lasciato originali ceramiche e oggetti in oro e in giada e di pari cultura con la civiltà Shang con la quale si pensa ci fu una colluttazione. Nei dintorni di Anyang sono stati rinvenuti i primi esempi di specchio tutti di forma rotonda e senza manico perché nella parte posteriore oltre alla decorazione di motivi geometrici o a pettine, c’è un asola attraverso la quale veniva fatto passare un nastro per appendere lo specchio. Altro elemento che prenderà sempre più piede in Cina è l’utilizzo della lacca su oggetti in legno ma anche metallici (come le armi decorate). Oltre a ceramiche e bronzi, l’epoca di Anyang ha lasciato anche piccole sculture in pietra o di giada raffiguranti civette bidimensionali (simili alle rappresentazioni dei vasi di bronzo), altri animali, figure umane e solo qualche bi e cong (c’è una certa corrispondenza fra i motivi dei bronzi e delle giade). L’ultima fase della dinastia Shang, caratterizzata dal caos, fu letale alla dinastia stessa che senza troppi problemi fu attaccata da una tribù della steppa, i Zhou, che pur mantenendo alcuni tratti della loro cultura assorbirono gradualmente quella Shang (cioè avvenne quel processo di sinizzazione, cioè adattamento completo alla cultura cinese, che avverrà più volte nella storia della Cina antica).

Guarda il video girato nel museo della vecchia capitale cinese di Luoyang per capire meglio ciò di cui parlo:

LA DINASTIA ZHOU:

Dominò dal 1045-221 a.C., periodo divisibile in tre grandi epoche:

         Zhou occidentali dal 1045 al 771 a.C. ; (capitale Zhongzhou o Hao vicino alla Xi’an di oggi, Shaanxi)

         Zhou orientali dal 770 al 221 a.C.(capitale Chengzhou nello Henan, vicino alla Luoyang di oggi) divisa ulteriormente in:

         Periodo Chunqiu (epoca degli “Annali delle Primavere e degli Autunni”) dal 770 al 453 a.C.,

         Periodo Zhanguo (periodo dei regni combattenti o periodo delle estati e degli inverni) dal 453 al 221 a.C. .

Venuti dall’occidente, gli Zhou introdussero nel vasto impero Shang il loro criterio tribale basato sulla divisione del territorio in “feudi”. Il comandante degli Zhou, diventato re, assegnava i feudi ai suoi fedeli che in cambio dovevano difendere i confini del regno e prestare servizio militare, organizzare il proprio feudo riscuotendo tributi e mettersi a disposizione del re. Il re, oltre ad essere il maggior proprietario terriero era anche la guida spirituale dei suoi sudditi. La fine degli Zhou occidentali fu dovuta ad un invasione proveniente da ovest. Dall’epoca Chunqiu ci fu un nuovo cambiamento nella divisione delle cariche e si stabilirono veri gradi gerarchici: ai nobili (anch’essi divisi in ranghi) seguivano i letterati a cui seguivano contadini ed artigiani e per ultimi i commercianti. L’epoca Chunqiu vide anche la formazione di regni periferici all’interno di quello “principale” che si dissolse in una guerra per l’egemonia dell’intero regno.

La religione era somigliante a quella degli Shang (culto degli antenati e delle divinità naturali) ma la divinità suprema era il Tian, il Cielo, lo stesso che affidava ai sovrani il compito di governare (mandato celeste, Tian Ming). Confucio (551-479 a.C.) propose ai contemporanei alcune istanze etiche, un invito alla pace ricordando i bei tempi dell’epoca d’oro in netto contrasto con l’epoca Zhanguo che dal 600 a.C.  circa fu segnata da guerre continue fra stati (oltre che dalle solite incursioni barbariche dal 700 a.C. circa) che cercavano di prendere il potere (un esempio di questa divisione è segnata dal disuso delle inscrizioni celebrative della magnanimità reale sui bronzi rituali mentre aumentano le iscrizioni in onore dei signori locali: questo segna la nascita della laicizzazione dei bronzi non più volti alla stretta necessità del rito per la comunicazione con l’aldilà -> cosa che si può notare anche nell’impreziosimento delle superfici di bronzo con pietre preziose o intarsi in oro e argento).  A quella di Confucio si affiancavano altre scuole (periodo delle cento scuole) fra cui i taoisti (interessati alla salvezza del singolo più che alla vita sociale) e il legisti che avevano una visuale più “tecnica” della vita sociale (che secondo loro doveva essere basata su leggi e, qualora fossero servite, punizioni per assicurare la pace al popolo). Nell’ultima fase di questo periodo gli stati combattenti erano rimasti in sette (dei quali, infine fu il sovrano Qin ad avere la meglio, grazie ad un esercito imponente dotato di cavalleria mai usata prima in Cina, oltre che da una grande astuzia). Notiamo che in questa epoca ancora non si può parlare di un arte cinese unitaria  anche se i “feudi” (stati secondari al principale o regioni statali) cercavano sempre di uniformare la propria arte allo stato (rappresentato da una dinastia) egemone. Eppure è proprio in questo periodo di lotte che nascono le radici della cultura cinese; l’incertezza politica aveva scatenato una tale competizione fra regioni che si estendeva non solo in campo politico-militare (ogni stato aveva propria moneta, milizia, amministrazione, pesi, misure e scritture) ma anche in campo artistico: maestri di morale e teorici della politica si recavano da una corte all’altra per prestare la loro opera di consiglieri, così i capi di stato li ospitavano e sfruttavano al massimo il loro insegnamento nella speranza di migliorare il proprio governo a scapito degli altri (un esempio chiaro sono i legisti ospitati nella corte Qin, l’unico che trionfò fra gli stati combattenti) .In epoca Zhou la pianta delle tombe fu modificata (prima era a forma di croce) e quindi divisa in scomparti o stanze e diminuirono (anche se di poco) le vittime umane (passando dall’epoca occidentale a quella orientale). Le sepolture interrate degli Shang furono sostituite da tumuli di terra contenenti i soliti oggetti appartenuti in vita al defunto. Al di sotto di questi tumuli venivano realizzati veri e propri edifici sotterranei con stanze collegate fra loro come in una casa. Il corredo funerario era ancora costituito di bronzi a cui si unirono nuovi bronzi creati appositamente per la nuova vita del defunto. Infatti, gli oggetti che accompagnavano il defunto incominciano ad assumere funzione quotidiana, non più solo strettamente religiosa o legata al rito: la vita nell’oltretomba incominciava ad essere vista come continuazione della vita terrena (ecco perchè compaiono oggetti di uso comune) .L’arte dei bronzi del primo periodo Zhou coincide pressappoco con l’ultima del periodo Shang, quindi è caratterizzata dalla presenza di costolature verticali (cadute in disuso nell’epoca Chunqiu) con la presenza di figure zoomorfe e del taotie in chiave solo ornamentale e affiancato dalla fenice che poi prese il sopravvento nell’arte Zhou. Alle forme tondeggianti sia della decorazione sia dello scheletro dei bronzi si sostituirono, poi, quelle più o meno squadrate e il tripode fino ad ora utilizzato (dal neolitico) acquisì un quarto piede. Man mano la fenice si sostituì del tutto al taotie e divenne il soggetto principale (solo in seguito affiancato da draghi raccolti in spire) mentre la decorazione (sottile) si sviluppava per tutto il vaso ormai privo di costolature. Inoltre coesistono due tipi di decorazioni: una a squama di pesce che ricopre l’intera superficie e un’altra caratterizzata da più fasce decorative alternate a superfici libere. Nell’ultimo periodo degli Zhou occidentali avviene un evoluzione nel repertorio delle forme dei vasi prediligendo i contenitori per il cibo a quelli per gli alcolici. Le forme delle decorazioni, oltre a quelle delle strutture dei vasi, da zoomorfe ritornarono geometriche e astratte (in particolar modo ricordiamo l’ornamento ad intreccio).

Caratteristico della prima fase dei bronzi Zhou è il prolungamento delle iscrizioni che in epoca Shang e i primi anni Zhou erano brevi e vennero poi sostituite da veri e propri testi (le inscrizioni si trovavano all’interno o sulla faccia inferiore dei vasi, solo raramente fra la decorazione e presentavano l’indicazione del luogo o della data dell’evento, un breve resoconto dell’evento, l’elenco dei doni e la dedica conclusiva.) in memoria di ordini dell’imperatore, campagne militari ed informazioni varie. Nei principati del sud del regno, dove era sopravvissuto il taotie con la fenice, si alternavano immagini in primo piano e sfondi decorati: l’unica vera costante di tutto il regno era l’ornamento ad intreccio. In altre parti del regno si alternavano rettili e serpenti avvolti in spire su uno sfondo di linee tratteggiate e in altre parti si incominciava a conferire uno stile tridimensionale all’oggetto. Le campane rituali, anch’esse decorate, avevano assunto aspetto diverso da quelle Shang cioè la forma delle campane come le conosciamo noi, solo più squadrate e ricamate in tutta la superficie. Mentre per i ceramisti di Longshan  avevano limitato le decorazioni a favore di un arricchimento del repertorio delle forme dei vasi, in epoca Zhou successe esattamente il contrario, soprattutto nell’ultima fase (periodo Chunqiu). La decorazione crebbe fino ad occupare quasi l’intera superficie degli oggetti (vasi, specchi, campane..). In epoca Zhanguo accanto a draghi, uccelli ed esseri fantastici comparvero scene di vita quotidiana (feste mondane e scene di caccia o di guerra) e si diffuse l’uso di inserti policromi in metallo o pietre preziose. I bronzi Chunqiu presentano due diversi stili decorativi:

-il primo è caratterizzato da motivi figurativi che da figure zoomorfe passa a rappresentazioni di caccia sviluppate nella superficie senza la divisione di registri orizzontali che in epoca successiva ritorneranno per accompagnare scene di vita quotidiana (scene del cerimoniale di corte);

– il secondo è caratterizzato da motivi calligrafici in vari stili (limitati in epoca Zhanguo poiché subentrò l’uso dei “libri”).

La scarsità di iscrizioni trovate sui vasi unita alla comparsa di scene di vita quotidiana segnarono il processo di laicizzazione dei bronzi, mentre accanto alla produzione di armi e vasi aumentò la produzione degli specchi affiancata all’uso di lacche colorate. Lo sfondo della superficie degli specchi era sempre riservato al motivo della spirale-nuvola  (o spirale quadrata) mentre in superficie apparivano sempre figure zoomorfe come draghi avvolti in spire ma anche monti e figure floreali . Le decorazioni di tarda epoca Zhanguo incentrate sulla rappresentazione ornamentale di animali, piante, nuvole o draghi segnano le basi della più tarda pittura realistica. Anche i bronzi, dalla scoperta della lacca, incominciarono spesso a colorarsi con intarsi d’oro e argento. È possibile che gia dall’epoca Chunqiu, inoltre, esistessero pitture parietali  e si diffuse la produzione delle tegole in ceramica seguite, in epoca Zhanguo, da mattoni cotti e mattonelle in laterizio incise o impresse. Quanto ai suppellettili domestici in terracotta erano piuttosto panciuti ma potevano avere la stessa forma dei bronzi. In epoca Chunqiu e Zhanguo, infine, ecco apparire le sculture funerarie in ceramica dettate dall’etica confuciana che si opponeva ai sacrifici umani: erano figurine che prendevano il posto delle vere persone che rappresentavano e che dovevano accompagnare il defunto nell’aldilà. Ricordando che le popolazioni del sud della Cina si sono sempre differenziate dallo stile centrale del regno, citiamo delle figurine zoomorfe a tutto tondo in bronzo a se stanti (cioè non facenti parte di vasi o altri oggetti). Tra i motivi più comuni ci sono animali in lotta ma c’erano anche il motivo dell’animale nell’animale. Nella tradizione scultorea del sud-ovest, paragonabile a quella del nord-ovest, ricordiamo il decoro di un contenitore per beni preziosi (monete a forma di coniglia = cauri): sul coperchio camminano, cacciano o combattono alcuni animali (in bronzo) disposti in cerchio e rappresentati con un certo realismo (anche nel movimento). La massiccia presenza degli uccelli nell’arte Zhou viene interpretata come sintomo di cambiamento delle concezioni religiose, infatti l’uccello era l’essere che poteva interagire sia con il mondo degli umani sia con quello del Cielo (Tian).

LA DINASTIA QIN:

La dinastia Qin iniziò nel 221 a.C. quando Qin Shi Huang Di (re Ying Zheng) unificò il regno proclamandosi Primo Imperatore e ponendosi (con il Di delle divinità) nello stesso piano degli antenati che avevano governato su un regno unitario, e finì nel 206 a.C. con la rivolta dei contadini (dovuta ad una dura amministrazione della legge e l’imposizione di numerosi tributi, nonché da una morte enigmatica e che non si seppe mai l’avesse colto durante uno dei suoi numerosi viaggi). L’imperatore, ritenuto un semibarbaro (in Qin venivano dal nord-ovest), smantellò i regni feudali e impose un governo centrale dividendo il territorio in 36 province poste tutte sotto il controllo di tre funzionari scelti dall’imperatore stesso (un amministratore civile, uno militare e un censore che doveva vigilare sulla condotta dei colleghi). Per celebrarsi l’imperatore aveva girato tutto il paese e siccome a quel tempo si credeva che la terra fosse piatta e quadrata e che il cielo fosse una semisfera sorretta dalle montagne ai quattro punti cardinali, l’imperatore Qin giunse fino alle montagne sacre (simbolo di luoghi di celebrazione dell’unità fra cielo terra e uomo) e realizzò dei sacrifici che furono inscritti su steli di pietra. Sotto l’imperatore, quindi, la scala gerarchica posizionava il primo ministro, poi il grande censore, poi il grande cancelliere, poi 9 segretari e infine i funzionari provinciali. Per unificare l’impero l’imperatore seguì il  legalismo o metodo legista (dalla scuola Legista) conforme nelle sue regole schematiche e concise con il proprio pensiero (secondo il quale le maniere forti erano più efficaci della virtù confuciana).Una volta salito al potere furono adottati sistemi di misura standardizzati per le lunghezze, il peso, le monete, la grandezza massima che dovevano avere i carri (per le strade) e la scrittura (in realtà tutte queste standardizzazioni si rifacevano alla leggenda del fondatore della civiltà che adottò le stesse direttive e di cui Qin si sarebbe dichiarato il successore). Vennero così realizzate strade  di grande comunicazione  con stazioni di posta  per il cambio dei cavalli e grandi opere d’ingegneria per l’irrigazione e per il trasporto fluviale; furono abbattute le mura che ogni stato aveva eretto per la propria protezione mentre furono unite le varie muraglie sparse lungo l’area nord del paese a formare la Grande Muraglia per respingere gi attacchi dei barbari, e palazzi di inimmaginabili dimensioni. Alcune inscrizioni che l’imperatore fece posizionare in luoghi precisi erano frutto della teoria dei 5 elementi (terra, acqua, fuoco, legno e metallo facenti parte di yin e yang, vedi feng shui) del filosofo Zou Yan attorno alla quale giravano tutte le cose concrete (il sistema faceva anche riferimento a 4 animali simboleggianti i 4 punti cardinali: il drago per l’est, la fenice per il sud, la tigre bianca per l’ovest e la tartaruga per il nord). Fallito il suo tentativo nella ricerca dell’immortalità l’imperatore si sarebbe cimentato sull’aspettativa della sua vita nell’aldilà facendo costruire una grandissimo mausoleo con relativi edifici circostanti e giardino dove è stato rinvenuto l’esercito di terracotta che era stampato a matrice (c’erano 8 modelli diversi di stampo poi modificati a mano da vari artigiani ognuno dei quali provvedeva a realizzare busto, arti o testa) nelle varie parti del corpo, mentre la testa veniva modellata con più precisione (le statue attestano per la prima volta una attenzione  alla figura umana che precedentemente era rappresentata di rado: un esempio eccezionale di figura umana del primo periodo Zhou è rappresentato dal recipiente a forma di donna inginocchiata e nuda). Originariamente le statue erano colorate e avevano delle armi in parte costituite da legno che non è sopravvissuto al tempo. Le statue potrebbero essere la reale rappresentazione del vero esercito imperiale e prendere il posto dei soldati veri (sempre per quell’etica confuciana che si opponeva ai sacrifici umani) o la loro direzione verso est indicherebbe la conquista del paradiso dell’imperatore  in accordo con la sua fede taoista. Oltre all’esercito, però, sono state trovate altre statue rappresentanti funzionari, giocolieri o ginnasti, stallieri e cacciatori (forse pescatori o rematori) ma anche uccelli acquatici di bronzo. Se Sima Qian ha documentato tutto ciò che sarebbe stato ritrovato 2000 anni dopo, bisogna dire che ignorava la reale posizione del tesoro tombale dell’imperatore posto non all’interno del mausoleo ma tutto intorno nel vastissimo giardino dove, appunto, è stato trovato l’esercito. Anche nella dinastia Qin prosegue l’utilizzo delle lacche: caratteristico sarebbe il motivo a nuvole affiancato, oltre che da motivi ricorrenti come quelli geometrici, da draghi e fenici.

N.B. il continuo utilizzo da parte del ceto intellettuale di libri (le iscrizioni sui bronzi perdono il loro ruolo) non conformi ai principi legisti avrebbe indotto l’imperatore a bruciare tutti i libri ritenuti “pericolosi” per l’impero (tranne una copia custodita nella biblioteca imperiale).

LA DINASTIA HAN:

Fu fondata da un contadino, Liu Bang (noto anche come Gao Zu), che vinse tutte le battaglie alla conclusione dell’impero Qin e mantenne la struttura amministrativa dei Qin conferendo ideali confuciani ai funzionari burocratici (anche se qualche pratica legista venne lasciata perché funzionale per l’organizzazione dello Stato). Quindi, se l’imperatore, il primo ministro, il grande censore, il grande cancelliere e i nove segretari rimasero, sostituì ai funzionari provinciali i “vassalli” tipici dell’epoca Zhou (che vennero a loro volta restituiti ai funzionari nel 100 a.C. circa).

Anche la dinastia Han può essere suddivisa in periodi:

         Han occidentali o anteriori dal 206 a.C. all’8 d.C. con capitale Chang’an (Shaanxi)

         Han orientali o posteriori dal 25-220 d.C. con capitale Luoyang nello Henan (dal 9 al 24 d.C. ci fu il breve regno di Wang Mang che approfittò di un governo guidato da un minorenne).

Gli Han furono i primi a riuscire in qualche modo a bloccare le irruzioni dei nomadi pagando dei tributi (anche se di grande importanza restò la muraglia fatta unificare da Qin Shi Guang Di) e controllavano l’accesso alle vie commerciali per l’Asia centrale e l’occidente (la via della seta). Inoltre furono i primi a volersi espandere verso il sud dell’impero.L’epoca Han conobbe una moltitudine di innovazioni in campo agricolo, della metallurgia, si incominciò ad utilizzare la carta e la china ( con i pennelli) che incrementò la scrittura e tutto ciò, ovviamente, trovò sbocco nelle opere d’arte sempre più richieste e non solo in ambito religioso. L’arte si fece mondana  con i suoi contenuti narrativi ed espressivi volti ad esaltare il prestigio delle famiglie nobili e soprattutto in epoca Han si diffonde la vera e propria pittura di cui si ha notizia anche in periodi precedenti ma non è stato rinvenuto alcun dipinto (tranne quello de “La dama con fenice” del 400 a.C.). in epoca Han furono realizzati minuziosi dipinti murali oggi rinvenuti solo nelle opere funerarie. Comunque sia, l’arte Han mostra un realismo ed un plasticismo unico, dotato di movimento ben lontano dall’arte statuaria dei Qin. I dipinti invece, anche se realisti, erano realizzati con un semplice contorno che figura lineare e piatto (forse di natura moralistica-didattica). Soggetti dell’arte pittorica erano scene di vita quotidiana del popolo, scene di pesca, la tessitura, la cucina, l’aratura e la semina, la caccia e i passatempi degli aristocratici come gare di carri e cavalieri, feste con musicisti e danzatori e anche rappresentazioni fantastiche con draghi, tigri ed animali alati. Il tema del paesaggio, invece, non è ancora inteso come figura autonoma e a se stante, ma solo come elemento accessorio (l’architettura rimarrà in ombra ancora più a lungo del paesaggio e della vegetazione). L’architettura Han è nota attraverso i modelli funerari e anche dai bassorilievi: i modellini rappresentano spesso granai, recinzioni per anatre, abbeveratoi e porcili oltre ad edifici abitativi. Le montagne, ritenute la residenza degli  immortali vennero a costituire in miniatura un ornamento sia per il giardino (sotto forma di rocce) sia per la casa (sotto forma di bruciaprofumi ecc..) con la speranza di venire a contatto con gli immortali. Questa usanza era una ridondanza delle credenze taoiste dell’imperatore Qin che era ossessionato dall’immortalità. Le numerose statuine (mingqi), sostitute di quelle persone che altrimenti sarebbero diventate vittime sacrificali, fa pensare che questa pratica fosse del tutto scomparsa. In queste nuove statuine si nota una certa plasticità rispetto alle precedenti, il viso è realistico in contrasto col corpo abbastanza indefinito sotto una veste fortemente stilizzata. Pur essendo statuine a tutto tondo hanno un effetto bidimensionale. Oltre alle statuine mingqi, se gli Shang privilegiavano l’offerta di bevande e gli Zhou quella dei cibi in epoca Han si offrivano entrambi gli alimenti al defunto che venivano posti in ceramiche o in bronzi. Di grande importanza era però la giada che in tombe nobili andava a ricoprire anche tutta la salma in una sorta di veste funeraria mentre per i semplici sudditi venivano ancora utilizzati i dischi bi. Sia i modellini mingqi sia le offerte contenute nei bronzi avevano funzione di mezzo di sostentamento del defunto nella vita ultraterrena. Nelle tombe iniziavano anche a comparire pitture parietali o su stoffa a forma di T. Altri oggetti rinvenuti in epoca Han sono statuine a tutto tondo (e a coppia) di leopardi interpretate come fermacarte o come guardiani simbolici se posti in quattro angoli intorno al corredo funebre. Sui battenti della porta, come ulteriore protezione, venivano dipinte due tigri. Nei corredi, poi, troviamo i comuni vasi in ceramica (segno evidente della fine della sacralità degli oggetti funerari che ormai si mischiavano con oggetti di uso comune), bronzi (anche se in numero minore al periodo Zhou), oggetti di lacca (dal periodo Zhanguo ma tradizionali dell’epoca Han perché si inspirano a motivi decorativi ariosi), stoffe policrome e sculture in ceramica (anch’esse tradizionali poiché dipinte di rosso). Anche se giudicati incivili dagli Han, i “barbari” (come gli Shu o i Dian) avevano una altrettanto sofisticata arte e tecnologia tradizionale: sculture di bronzo, armi di bronzo e di giada (rituali) ma anche strumenti agricoli riccamente decorati, tamburi e numerosi recipienti tipici come i cilindri in bronzo il cui coperchio era decorato con scene movimentate (come la caccia) cui la figura centrale era costituita dal bufalo (importante fonte di cibo ma utilizzato anche per i rituali). Soggetto principale di queste popolazioni erano sempre l’uomo e gli animali, in generale la natura (forse per mettere in rilievo la vita nell’aldiquà). Tipici delle zone meridionali, del popolo Yue, erano grandi tamburi di bronzo con il corpo decorato geometricamente e il piatto decorato da statuine di animali a tutto tondo. Altri motivi tradizionali erano la volpe (presente anche nella cultura Erlitou) impressa nella giada e i tripodi con gambe a falce (non sono da escludere scambi culturali fra nord e sud, cosa che invece avverrà sicuramente dopo la caduta degli Han).

 

N.B.

1) le figure zoomorfe erano protettrici della tomba mentre quelle fantastiche (draghi, fenici..ma anche le tartarughe e in epoca Han, gli immortali) erano di buon auspicio.

2) durante le dinastie Shang e Zhou occidentali le iscrizioni erano di solito situate all’interno del vaso rituale dall’alto al basso (cioè uguale alla scrittura che era praticata sulle listarelle di bambù o di legno) e da destra a sinistra.

3) la scoperta del metallo è databile verso il 5000 a.C., mentre quella del bronzo verso il 3000 a.C.

4) molte delle scoperte e dell’arte cinese provengono dalle popolazioni nomadi, in un certo senso, i cinesi furono in grado a sinizzare quanto avevano accettato da altri paesi. Allo stesso tempo molti sovrani e dinastie che erano di origine barbarica o erano proprio barbari continuarono i principi della tradizione e civiltà cinese.

5) l’arte dei Qin riproduce alcuni temi di provenienza barbarica (dovute non solo dalla loro origine ma anche dal fatto che avevano conquistato talmente tanti territori e rispettive culture che se ne appropriarono pezzo per pezzo).

6) il culto degli antenati: si provvedeva ai defunti come se si trattasse dei vivi poiché si credeva che il corpo avesse due anime distinte, quella spirituale che dopo la morte andava nell’aldilà, e quella strettamente legata al corpo che rimaneva vicino al corpo ed ai familiari e che andava nutrita come si nutre una persona viva. Secondo l’ideologia cinese anche il cibo aveva una parte energetica fatta dello stesso materiale-energia dell’anima corporale dei defunti e di cui essi si nutrivano. Durante le cerimonie (organizzate dalla famiglia, non da un sacerdote), quindi, si organizzavano banchetti che dovevano riunire la famiglia ancora viva con i propri antenati e infatti venivano riempiti i vasi di bronzo per porci dentro il cibo.

7) la giada bruciata: si usava bruciare tutti gli oggetti appartenuti in vita al defunto perché  erano creduti pregni (soprattutto la giada che si credeva potesse emanare energia ma anche trattenerla) dell’anima della persona a cui appartenevano e il rito del fuoco doveva servire a liberare questa parte di anima imprigionata e restituirla al resto dell’anima.

8) la cavalleria per l’esercito fu utilizzata per la prima volta dagli Han (i Qin molto poco) per contrastare quella mongola

9) il buddhismo (nato in India nel 600 a.C.) si diffuse in Cina nel 100 a.C.

Bibliografia: “Arte dell’Estremo Oriente”-Konemann 2000, Catalogo della mostra “Cina, Nascita di un Impero”, appunti delle lezioni del professor Salviati

Link al sito della mostra “Cina:Nascita di un Impero” http://www.mondomostre.it/index.html?includi=cina&sezione=ufficiostampa

 

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