Shenzhen: l’impatto iniziale

“Vieni a Shenzhen, è una città fichissima, super moderna, sempre verde in cui non esiste l’inverno”.

E’ questa la frase che Alejandro mi disse nelle vicine Filippine, quando mi parlò della città in cui viveva da ormai qualche anno.

E che fai, non gliela dai una possibilità?

Sono quindi sbarcata a Shenzhen in un periodo di totale cambiamento della mia vita. Avevo appena lasciato Pechino dopo averci vissuto per tre anni, avevo passato tre mesi di fuoco a Taiwan e, dopo un mese di vacanza nelle Filippine – dove ho conosciuto quel matto di Alejandro -, avevo deciso di tornare in Cina dopo una breve sosta ad Hong Kong.

Sotto la guida del suddetto spagnolo che mi ha fatta penare con un tour in bicicletta di ben sei ore, ho iniziato a conoscere la realtà del quartiere di Nanshan (南山). Il primo impatto con Shenzhen è stato, sì, doloroso (sei ore sul sellino..ahi!!), ma mi ha dato l’opportunità di venire a contatto con una città moderna, piena di palazzi alti e scintillanti, ma anche di strutture più semplici. L’architettura di Shenzhen è comunque mediamente più moderna rispetto alle altre grandi città cinesi, visto che la città è stata costruita su un villaggio di pescatori dagli anni ’90, come prima città economica della Cina.

A Shenzhen ci sono molti locali, forse non così variegati come a Pechino o a Shanghai, ma c’è la movida come nelle altre grandi città cinesi. Non è raro neanche trovare centri commerciali quasi ovunque. La zona di Luohu (罗湖) è quella un po’ più “in”, ed è una delle zone meglio connesse con Hong Kong. Basta prendere una metro, fare qualche metro a piedi ed eccoci alla frontiera con Hong Kong, dalla quale si può prendere una metro che ti porta in città. E’ anche una meta comoda per chi deve estendere la propria visa e non ha tempo da sprecare in giri vari. Dopo aver superato la frontiera, infatti, basta fare una fermata di metro verso la città di Hong Kong e tornare indietro, per poi risuperare la frontiera da HK alla Cina. La metropolitana è molto comoda e pulita, ma non copre interamente l’ampia area di Shenzhen allo stesso modo della metro di Pechino. Le linee metro, infatti sono giusto 8/9 e lasciano molte zone scoperte.

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La parte antica della città è povera ma c’è, perché l’area di Shenzhen ricopre vecchi villaggi di cui sono stati salvati pochi esempi (purtroppo). Basta spostarsi nella zona estremo nord-est (Longgan, 龙岗) o est. Quest’ultima è molto particolare perché possiede un quartiere di una minoranza etnica cinese, quella Hakka (客家民族). Esistono poi anche altri ruderi di torri e muri.

Il fascino di Shenzhen per me sta nella variegatezza della società cinese, fatta più di cinesi non nati nella città, e nella posizione strategica. Shenzhen è infatti a due passi da Hong Kong e vicina a Guangzhou. Inoltre possiede molte zone limitrofe naturali, diversi parchi ed è essenzialmente una città molto verde, grazie anche al clima generalmente mite o torrido e umido.

La comunità straniera è in continua crescita ed è variegata.

La lingua parlata generalmente non è il cantonese ma il mandarino. Questo proprio perché nonostante geograficamente sia molto vicina a Guangzhou (Canton), in realtà è popolata da cinesi provenienti da altre regioni (Hunan, Hebei ecc.).

Come molte città cinesi, anche Shenzhen sta conoscendo una maggiore contaminazione dell’architettura occidentale. Ecco nascere zone come Window of the World, dove si possono osservare ricostruzioni recenti di palazzi in vari stili occidentali. La prima impressione è quella di essersi teletrasportati, per esempio, a Vienna.

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…..più info prossimamente…

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