Yushu, essenza tibetana del Qinghai

Di tutto il viaggio di sei mesi che mi ha portato a visitare 11 province e circa 25 città (per non elencare le singole mete fuori città), Yushu è stata sicuramente una fra le mie mete preferite.

Situata a 3700 metri di altezza sul livello del mare, questa cittadina è ciò che vi aspettereste di vedere in Tibet, senza dover subire il costante controllo di una guida che vi porta nei posti di interesse storico e culturale.

Molti fra voi sapranno che per andare in Tibet servono non solo dei permessi particolari da aggiungersi al visto di base, ma anche dei soldi extra. Yushu vi permette di conoscere i tibetani del Kham e di vedere antichi edifici buddhisti isolati dal massivo turismo di Lhasa nonché di visitare altre città principali tibetane lasciandovi l’occasione di stringere amicizia con la gente del posto. A Yushu, infatti, la maggior parte della popolazione è di etnia tibetana, e mi azzardo a dire che vive in un modo abbastanza libero e privo di quei controlli tipici delle grandi città cinesi, soprattutto se ospitano minoranze etniche “sovversive”.

Per arrivare a Yushu (玉树) ci sono due opzioni: un pullman di 13 ore che parte da Xining o un aereo sempre da Xining. Il biglietto del pullman varia dai 190 ai 230 yuan. Inutile dire che, nonostante la seconda opzione sembri più “facile”, penso che in realtà sia la peggiore da considerare, visto che passereste dai 2000 metri di altezza (di Xining) a quasi il doppio di Yushu, andando incontro a probabili malesseri dovuti alla differenza di rarefazione dell’aria in una sola ora di volo.

Il viaggio in pullman è estenuante e sicuramente non adatto a chi si vergogna a fare pipì di fronte ai suoi compagni di viaggio (esatto, durante il percorso ci sarà un solo bagno a sole 2/3 ore dalla partenza, il resto dovrete farlo alla vista delle praterie e anche degli altri viaggiatori), ma probabilmente il più sicuro per evitare i malesseri dell’altitudine e anche il più bello per quanto riguarda i panorami. Vedrete le immense praterie tibetane e gli animali che ci abitano (volpi, aquile, topolini, yak, cavalli, pecore).

Personalmente non ho avuto nessun problema di mal di testa e nausea provocate dalla rarefazione dell’aria, ma questo dipende da diversi fattori, quindi prima di andare fate le dovute ricerche nei siti web dedicati alla questione altura o, meglio, chiedete ad un dottore.

Cosa visitare a Yushu?

Vado in ordine fra le cose che mi sono piaciute di più:

Tempio della principessa Wencheng (文成公主庙) o Tempio Vairocana (沙加共主庙) è un antico tempio tibetano a circa 15 km da Yushu. Si trova nel bel mezzo di una sorta di canyon che è stato addobbato con migliaia di bandierine tibetane della preghiera e che vi accoglieranno durante la strada. Il tempio risale al periodo Tang ed ha una storia di 1300 anni. Venne fatto erigere dai tibetani per la figlia dell’imperatore Taizong che sposò il principe tibetano, grazie alla fede che questa aveva per Buddha. È un tempio veramente piccolo, ma affascinante per la sua antichità (vedi il video sotto il Tempio di Gyanak Mani). Le sculture presenti nel tempio sono ricavate dalla parete rocciosa su cui poggia un lato del tempio. È assolutamente vietato fare foto all’interno dell’unica sala del tempio, ma potrete vederne diverse foto su internet. L’ingresso è gratis, ma accetta offerte.

Tempio della principessa Wencheng

Tempio di Gyanak Mani (嘉那嘛尼, jianamani). Situato a circa 6 km da Yushu, è un complesso con diversi tempietti che vi lascerà di stucco per l’enorme quantità di pietre della preghiera che vanno a formare dei veri e propri muri e vicoli di roccia. I tibetani devoti vengono qui ed attuano la tradizione tibetana della circumambulazione, ovvero del circolare ripetutamente attorno a questi muri in senso orario, anche decine di volte al giorno. Le pietre che vanno ad accumularsi di anno in anno sono le pietre della preghiera, le pietre “mani”, su cui sono scritti i mantra buddisti, spesso vi appare il mantra universale “Om Mani Padme Hum”. Se volete potete comprare una pietra mani così che possiate lasciarla nel complesso come tributo a Buddha e alle divinità tibetane. Vi consiglio di inoltrarvi anche dentro i vari tempietti, unirvi ai locali per muovere le grandi ruote della preghiera e godere di questa atmosfera speciale. Per me è stata una vera emozione trovarmi in questo luogo che riflette tutto ciò che mi aspettavo dal Tibet. L’ingresso è libero ed è fortemente consigliata una visita.

Monastero di Ga Kye Gu (结古寺, Jiegu si) si trova dentro la città di Yushu, sulla cima di una delle collinette limitrofe. Il devastante terremoto del 2010 non ha lasciato niente di questo complesso (forse risalente addirittura al XIV secolo), che è stato ricostruito da zero nello stile tibetano. Vi dirò che nonostante si veda la modernità della costruzione, il complesso fa una bella figura, con tutte quelle casette dei monaci una attaccata all’altra. Sono venuta qui due volte e due volte non mi è stato possibile entrare nel tempio perché chiuso. Ma vale la pena fare un salto anche solo per vedere il panorama di Yushu dall’alto. Inoltre, continuando a camminare sulla cima della collina su cui si trova il complesso, potrete notare altre bandierine e pietre della preghiera lasciate da monaci e devoti buddisti.

Praterie di Yushu. Verso l’aeroporto ci sono delle praterie che d’estate ospitano le tende dei tibetani. Come da tradizione, infatti, d’inverno si vive nelle case, mentre nella stagione calda si vive in tenda sulle praterie. Io ho fatto un giro qui con il mio autista che in gioventù era un pastore e mi ha fatto vedere qualche iscrizione tibetana su roccia e qualche casa in vecchio stile che poggia sulla parete rocciosa circostante. Vale la pena fare un salto per notare il paesaggio tibetano e le case in vecchio stile.

Siete mai stati a Yushu?

Se la risposta è “no” e state meditando di fare un giro nel Qinghai non perdetevi questa perla preziosa nel cuore delle montagne tibetane!

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